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Metrobus, i dubbi di Italia Nostra su costi e utilità del sistema di trasporto pubblico

L'associazione mette in guardia il sindaco Romizi e l'assessore alla mobilità: "Peggio del minimetrò"

Attenzione, il Metrobus è una macchinetta ingoia soldi, peggio del Minimetro. Italia Nostra mette in guardia il sindaco e l’assessore alla Mobilità.

La meritoria associazione sostiene: “Dare per scontata la volontà di allestire il sistema Metrobus da Castel del Piano a Fontivegge è molto allarmante poiché è evidente che tale mezzo non potrà che replicare l’insuccesso conclamato del Minimetro”.

Con quali conseguenze?

Quelle di caricare la città e i cittadini di ulteriore analogo debito, senza peraltro diminuire utilmente il traffico.

Italia Nostra reitera l’avviso.

Italia Nostra aveva già messo in guardia il sindaco dall’“impegnarsi in altre notevoli spese e debiti futuri, a sperimentare il Metrobus tramite gli attuali autobus di Umbria Mobilità”.

Per quali motivi?

È sbagliato, indipendentemente dal tipo di trazione del mezzo (elettrico oppure a gasolio/metano). Infatti non interessa il tipo di combustibile o la tecnologia, quanto verificare se il mezzo è comodo e utile per frequenza, velocità, certezza di tempi, costi.

Questo il ragionamento di Italia Nostra. Che precisa: “Ugualmente allarmante è l’accettazione acritica del Minimetro (finora costato oltre 200 milioni senza alcun vantaggio per il traffico). Circostanza che invece meriterebbe un’ampia riflessione pubblica, alla luce del sole”.

Quanto scritto sui giornali, se corrisponde a verità, è una pia illusione.

Poi il riferimento a notizie di stampa, apparse nei giorni scorsi: ossia l’idea di vendere le quote comunali del Minimetro per alleggerire i debiti a bilancio.

Una domanda non retorica.

A parere di Italia Nostra, pare ovvio chiedersi quale investitore privato potrebbe mai avere interesse a comprare un sistema che pesa sulle casse comunali con un deficit di circa dieci milioni/anno. Insomma: un business bufala.

In conclusione: “Italia Nostra invita l’amministrazione a fornire ai cittadini ampia garanzia sul fatto che dietro la supposta ‘vendita’ non si apparecchino nuove rendite in favore di ignoti e in danno del bene comune, delle finanze pubbliche e, in definitiva, dei cittadini”.

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