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Lampada della Pace al re di Giordania Abdullah II: "Ci guida verso un futuro migliore per tutti i popoli"

Il sovrano e la regina Rania ad Assisi con Tajani e il premier Conte che sullo Ius Soli apre uno spiraglio: "Se ne parli". Padre Gambetti: come san Francesco con il Sultano d'Egitto 800 anni fa, le parole costruiscono ponti

"Con la giornata di oggi non abbiamo intenzione di piegare la volontà ma di convincere. Convincere che l’incontro, la condivisione, l’accoglienza e l’inclusione sono i pilastri su cui fondare la società. La repressione e la violenza partoriscono altra repressione e violenza. Il Re di Giordania Sua Maestà Abdullah II, accompagnato dalla Regina Rania, riceverà la Lampada della Pace, un riconoscimento che molti giornali hanno già descritto come il “Nobel francescano per la Pace”. 'Essere luce e donare luce' è il motto che apre questo 29 marzo 2019: espressione che si ripete per il terzo anno consecutivo. Un percorso avviato con l’allora presidente colombiano Santos, per cui si è voluto riconoscere l’impegno e il risultato nel processo di pace con le Farc, che ha poi passato il testimone ad Angela Merkel, Cancelliere federale tedesca, per arrivare ora al Re di Giordania, in prima linea nell’impegno per la coesistenza pacifica tra nazioni e fedi differenti".

Basterebbero le parole di padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa della Basilica di Assisi per intuire il senso della giornata in cui dalle mani della cancelliera tedesca Angela Merkel, sì il re di GIordania, Abdullah II, insieme alla regina Rania, riceva la Lampada della Pace di Assisi, alla presenza del premier Giuseppe Conte e il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. 

Apertura, integrazione, inclusione, condivisione, rifiuto della violenza sono tematiche che ricorrono durante questa giornata. Padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento ricorda per esempio come "Lo scorso anno, dando la Lampada alla cancelliera Merkel, auspicammo la costruzione di un'Europa unita e plurale". E ancora oggi, sottolinea, "siamo convinti che il nostro Continente non possa abdicare a questa sua vocazione e cedere ad illusorie quanto malsane aspirazioni sovraniste".

Rivolto al sovrano di Giordania, padre Gambetti ha ricordato un precedente importante, in cui si rinnova il senso di questo appuntamento: "Francesco d’Assisi volle recarsi, intrepido e munito solo dello scudo della fede, nell’accampamento del Sultano d’Egitto, Mailk al-Kāmil, che era impegnato a Damietta nel quadro dello scontro armato che vedeva contrapposti cristiani e musulmani. Fra Giordano da Giano, coevo di Francesco, narra che il Poverello di Assisi fu accolto onorevolmente e fu curato molto umanamente nella sua malattia. Non si sa che cosa si dissero Francesco e Mailk al-Kāmil. Tuttavia, essi sono silenziosi testimoni del potere benefico della parola che costruisce ponti e crea un'esperienza autentica di dialogo, una prossimità in grado di reindirizzare le vite, di superare le differenze, di puntare alla profondità dei sogni comuni, per promuovere la pace e la comunione. (...) Ad ottocento anni di distanza da quell’episodio, noi abbiamo chiesto al Re Abdullah II Ibn Al Hussein, membro degli Hashemiti, la famiglia reale di Giordania più antica del mondo islamico, di accettare un nostro riconoscimento. Come nel 1219 si trovarono di fronte due uomini molto diversi, ma tanto prossimi, così crediamo accada oggi in questo nostro incontro".

Lampada della Pace, la cerimonia di consegna al re di GIordania

"E’ con spirito di umiltà che ricevo la 'Lampada della Pace', per conto di tutti quelli che si adoperano per costruire un futuro migliore e, in particolare, per il popolo giordano, musulmani e cristiani insieme, che sopporta enormi sacrifici per garantire un avvenire migliore a tutti. Padre Gambetti, ringrazio Lei e tutti coloro che hanno reso possibile questo incontro ed esprimo il mio personale riconoscimento all’ordine dei Frati Francescani che, in diverse parti del mondo, da Assisi al Monte Nebo in Giordania e altrove, prestano diligentemente servizio" dice re Abdullah II in un passaggio del suo intervento. 

"Desidero esprimere il mio più vivo e convinto apprezzamento al primo ministro Conte. L’Italia è un paese amico della Giordania e un importante alleato negli sforzi di pace, soprattutto nella mia regione. Rivolgo un ringraziamento speciale a Sua Eminenza, il Cardinale Bassetti, per l’impegno della Chiesa Cattolica al fianco dei musulmani nel dialogo interreligioso. Insieme, i fedeli delle nostre due religioni sono più della metà della popolazione del pianeta e non mai è stato più importante di adesso convivere in armonia. Cari amici, per me la “Lampada della Pace” di San Francesco è un simbolo di luce e di pace, che ci guida verso un avvenire migliore per tutti i popoli della terra, indipendentemente dal loro credo, paese e comunità - aggiunge - Tuttavia abbiamo il compito di tenere viva la sua fiamma perchè ciò che favorisce la pace globale è il reciproco rispetto e la comprensione. Per questo motivo è un onore per me ricevere la “Lampada della Pace” da una persona che ha fatto tanto per promuovere il mutuo intendimento e il rispetto tra i popoli, la mia cara amica Cancelliera Markel. Solo unendo i nostri sforzi, l’umanità potrà affrontare le grandi sfide del momento, trovare soluzioni per le gravi crisi globali, proteggere l’ambiente e dare a tutti, in modo particolare ai giovani, speranza e nuove opportunità".

"San Francesco, a cui questa Santa Basilica è dedicata - aggiunge ancora - è conosciuto in tutto il mondo per la sua compassione verso tutti gli uomini e gli altri esseri viventi. Questo tipo di amore verso il prossimo è un importante insegnamento per tutti noi. E’ inconfutabile che non siamo fatti allo stesso modo ma tutti, nel mondo, abbiamo le stesse preoccupazioni, le stesse necessità e le stesse speranze". Per poi concludere con una benedizione in italiano. 

Apertura e integrazione, con uno slancio in avanti del presidente del Consiglio Conte, in occasione dell'incontro con i giovani che ha seguito la cerimonia di consegna della Lampada, sollecitato su un tema tornato centrale in questi giorni dopo le vicende del bus sequestrato, ovvero lo Ius soli, "Non è nel contratto di governo, ma auspico che si avvii nel Paese, nelle sedi opportune, una riflessione serena".

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