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La vecchia Fonte Rossa c'è ancora, è solo ricoperta da un muro impenetrabile di rovi

Spinaie, erbe e sterpaglie la fanno da padroni e quell'antico manufatto è scomparso alla vista

Scrive Francesco Brozzetti, esigente tutore di storia e identità del territorio perugino: “La vecchia, cara, storica Fonte Rossa è nuovamente scomparsa in mezzo ai rovi!”.

Di cosa si parla? Della fonte che s’incontra (quando la si vede) sulla destra procedendo da San Marco verso Cenerente.

Ricorda Brozzetti: “Quanto tempo è passato dal giorno in cui, grazie all'interessamento dell'Associazione Monti del Tezio e di Perugia Today, gli operai dell'Azienda per la Forestazione (ex Comunità Montana) liberarono questo semplice, ma storico monumento perugino, dalle erbacce, facendolo riapparire in tutta la sua bellezza?”.

In effetti, di tempo ne è passato un po’ da quando segnalammo lo stato di degrado di questo antico manufatto.

“Oggi purtroppo – commenta Brozzetti – percorrendo la strada San Marco-Cenerente, non è facile riuscire a vedere, in quella maledetta curva, nemmeno il guard-rail, messo a suo tempo dall'amministrazione comunale al solo scopo di impedire agli automobilisti di fermarsi a lavare l'auto”. Conclude: “È veramente vergognoso”.

Su questa fonte, alimentata da sorgenti naturali, esistono leggende e tradizioni, non si sa quanto credibili. C’è chi, ad esempio, la volle originariamente in zona Tre Archi o in via Marzia e qui trasportata. Altri ne ricordano l’attingimento da parte delle famiglie residenti in San Marco e zone limitrofe. Si diceva che fosse un’acqua particolarmente leggera.

Tempo fa, l’antropologo Paolo Bartoli ebbe a chiedermi se fosse questa la fonte segnalata da Zeno Zanetti (medico e folclorista perugino, 1859-1928) come utilissima a combattere infiammazioni oftalmiche.

Francamente, non so rispondere. Come non dispongono di informazioni certe il professor Aldo Frittelli, esperto di storia locale, e “quelli del Tezio”. Addirittura esistono due ipotesi circa la proprietà: chi la riferisce a un privato, chi alla Provincia di Perugia. Chi, infine, al Comune.

Comunque stiano le cose, un fatto è certo. Rovi, erbe e sterpaglie la fanno da padroni e la fonte è scomparsa alla vista. Non so se la buona volontà di qualcuno potrebbe giovare. C’è chi teme che a mettere le mani su quella vegetazione selvaggia non ci sia, addirittura, da rischiare una denuncia.

Personalmente, credo che, in ragione della vetustà del rustico manufatto, e particolarmente della vasca, la Soprintendenza avrebbe un buon motivo per dire la sua.

Noi ne parlammo nel lontano agosto 2016 (leggi qui l'articolo). Ma, dopo un intervento estemporaneo, tutto è tornato come prima. Anzi: peggio.

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