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INVIATO CITTADINO La scoperta: ecco la fonte delle 'acque miracolose'

La fonte lungo la strada San-Marco Cenerente è probabilmente quella cui Zeno Zanetti, medico perugino dell’Ottocento, riferiva proprietà medicamentose

La fonte lungo la strada San-Marco Cenerente è probabilmente quella cui Zeno Zanetti, medico perugino dell’Ottocento, riferiva proprietà medicamentose.

Lo abbiamo scoperto insieme all’antropologo Paolo Bartoli, già docente dello Studium perusinum. Paolo sta ripubblicando l’opera del medico, famoso per lo studio folclorico “La medicina delle nostre donne”, edito nel 1892. Un prezioso manuale della medicina popolare del contado perugino, patrimonio delle classi subalterne.

Nell’opera, Zanetti parla di una fonte dalle acque miracolose, utili a curare certe malattie degli occhi.

Su questa fonte, alimentata da sorgenti naturali, esistono leggende e tradizioni, non si sa quanto credibili. C’è chi, ad esempio, la volle originariamente in zona Tre Archi o in via Marzia e qui trasportata. Altri ne ricordano l’attingimento da parte delle famiglie residenti in San Marco e zone limitrofe. Si diceva che fosse un’acqua particolarmente leggera.

La signora Anna Bacoccoli ci parla di una prima fonte più a monte, in terreno di proprietà di Carla Schucani (Sandri). Poi, vicina alla curva, una seconda fonte: questa di cui si tratta. Anna ci testimonia di averne bevuta l’acqua fin da bambina e di aver sentito parlare di queste meraviglie terapeutiche, legate all’uso di bagnarcisi gli occhi.

In effetti, ancor oggi, l’acqua ha un sapore strano, tra il sulfureo e il ferrigno. Non è dunque da escludere che Zanetti si riferisse proprio ad essa.

Della fonte non si sa molto. Ci sono addirittura incertezze circa la proprietà: chi la riferisce a un privato, chi alla Provincia di Perugia. Chi, infine, al Comune.

Come stiano le cose, è certo che rovi, erbe e sterpaglie la fanno da padroni e la fonte scompare spesso alla vista. Recentemente, è stata ripulita per mano (e decespugliatore) della signora Giada Bacoccoli, figlia di Anna. Ha fatto bene anche se, non sapendo a chi faccia capo la proprietà, c’è da rischiare addirittura una denuncia. Ma prevarrà il buon senso che induce ad esaltare la meritoria azione di responsabilità civica.

A causa della vetustà della rustica vasca (e della muratura che la include), quel bene andrebbe tutelato dalla Soprintendenza. Sia o non sia la mitica sorgente taumaturgica di cui parla Zeno Zanetti.

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