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La piattaforma-dehors del Brufani risorge "più bella e più superba che pria"

Ma è senza copertura e sportelli laterali

La piattaforma-dehors del Brufani risorge ‘più bella e più superba che pria’ (Petrolini-Nerone dixit)… ma senza copertura e sportelli laterali.

Rimossa perché – al dire di chi interpreta le norme in senso rigorista-restrittivo – priva di licenza a costruire.

Ma un addetto ai lavori ci indica il Decreto Franceschini che consentiva ampie deroghe in materia di permessi della Soprintendenza paesaggistica e altri [Decreto Legge n.83 31/05/2014, convertito in Legge 29/07/2014 n.106].

Quanto all’occupazione di suolo pubblico, pare fosse “nulla quaestio”. Insomma. Tutto in regola, permessi concessi e procedure rigorosamente seguite.

2 Montaggio del gradino di accesso alla pedana (1)

Quel dehors – a detta della nostra fonte – aveva le carte in regola per resistere alla rimozione. Al punto che è aperto un ricorso al massimo livello. Carte bollate e avvocati. Con tanto di richiesta di danni. Vedremo quale sarà la valutazione dei magistrati di ultima istanza. Ma, se irregolarità ci sono state, ci sarà chi dovrà mettere mano al portafogli. Per non dire di peggio.

Intanto, davanti allo storico Hotel Brufani, fervono i lavori per il montaggio della piattaforma che dovrà essere operativa in tempo utile per il Festival del Giornalismo che bussa alle porte della città e apre oggi fra i travertini della Vetusta.

Una piattaforma la cui dimensione è analoga a quella da poco smontata. Ma che presenta alcuni evidenti svantaggi. Il primo dei quali è quello di non avere copertura, intesa come protezione dalle intemperie (presenti) e dalla calura (futura).

4 Gli ombrelloni (1)

E non ci saranno nemmeno gli sportelli, che impedivano l’accesso, e consentivano la possibilità di inibire le deiezioni,  agli invasivi volatili.

Pare, invece, che fossero proprio quegli sportelli il “punctum dolens” del manufatto. Insomma: quelli che avrebbero creato i presupposti della violazione.

D’altronde, contro i piccioni si proverà ad installare i dissuasori ad ultrasuoni. Sebbene sia noto che, malgrado il cervello minuscolo, gli stolidi colombi sono in grado, dopo un po’, di capire l’antifona e abituarsi a sopportare le sollecitazioni “ultrasoniche”.

Come protezione, ci si dovrà accontentare di ombrelloni, rigorosamente bianchi. Che sono in fase di montaggio (foto).

Ma chi è stato a volere quella dismissione di struttura? L’input alla rimozione è disceso dalla serie di denunce, prodotte da operatori commerciali dell’acropoli. Invidia? Concorrenza sleale? Macché! Il target era completamente diverso.

Contestazioni e segnalazioni insistenti, di fronte alle quali non c’è stata la volontà, o la capacità,  di resistere. Procedendo ad imporre la dismissione. Sulla cui correttezza – dice chi ne ha subito le conseguenze – sta alla magistratura operare scrupolose verifiche. Poi attuazione del principio sciasciano “A ciascuno il suo”. Unicuique suum, se preferite il latinorum della testata dell’Osservatore Romano.

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