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Domenica, 28 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO Quando la grande letteratura si sposa con grande la musica

Sold out ai Notari per l’incontro con la scrittrice canadese Margaret Atwood

Una conversazione brillante, intrisa di humour anglosassone e (in ardito mix) condito con arguzia latina.

L’umorismo – spiega Margaret Atwood – è per metà risorsa genetica e in parte fattore culturale. In senso storico-antropologico, s’intende!

La grande scrittrice celia con l’intervistatore sul numero dei libri (64 ?) e dice “più di cinquanta”. Come l’età: “più di cinquanta”.

A dire il vero, le primavere disinvoltamente portate sulle spalle da Margaret Atwood sono più di ottanta, ma nel suo giardino creativo nessun fiore manca.

Come definirla, scherza il  giornalista Eric Friesen, “terremoto/vulcano/tsunami”?  Chissà. Sta di fatto che di premi e di libri ha la casa piena. E l’ebollizione di cuore e mente vanno in sinergia.

Tanti i temi cari alla sua pagina: la condizione femminile, l’ambiente, l’avventura esistenziale, l’invecchiamento… e qui si ferma.

Scritture di poesia, saggistica, libri per bambini, sceneggiature.

Anche la vita, perfino nelle sue declinazioni dolorose, è per lei materiale di scrittura.

L’incontro ai Notari è propedeutico allo spettacolo di stasera al Castello dei Cavalieri di Malta, alle 21:00.

Si tratta di Songs for Murdered Sisters (prima esecuzione europea) col baritono Joshua Hopkins  e  musicisti di tutto rispetto, fra i quali la stessa Angela Hewitt. Quella di stasera a Magione sarà un’esecuzione in prima europea.

Margaret racconta che la prima assoluta è stata però nel giardino di casa sua, col baritono Joshua Hopkins che cantava su una base. Serpeggia nell’uditorio una forte commozione. Non disgiunta da motivato stupore.

La scrittrice canadese (la cui figlia ha studiato fra i travertini della Vetusta) non esita a definire la propria presenza a Perugia come “evento unico”. Così come è evento unico il Trasimeno Music Festival di Angela Hewitt. Che fa un saluto iniziale e poi si mette discretamente tra il pubblico, accanto all’amica Ilaria Borletti Buitoni, che di musica e cultura mastica non poco. Una coppia di vere signore.

Alla domanda “perché sei qui?”, Margaret Atwood racconta di brani da lei scritti per essere musicati. Scherza quando spiega le consonanti felici, oppure ostili, alle regole del pentagramma. Poi si fa seria.

Dice che le tre songs sono dedicate ad altrettante donne “sorelle”, uccise nello stesso giorno dallo stesso uomo. E qui esce fuori l’anima convintamente femminista. Che non si limita a generiche querimonie, ma argomenta sul piano antropologico, con una raffinata diegesi che muove dalla condizione femminile nella Preistoria fino ai nostri giorni.

Di manrovesci, per noi maschi, ce n’è più d’uno. Meritatissimi, per carità! Non senza un pepato riferimento al  dittatore rumeno Nicolae Ceaușescu: esecrato e ridicolizzato.

Margaret esamina aspetti della vita sociale, dall’alimentazione al costume-costumi (perfino le asole sono indicative della qualità sartoriale!), dalla violenza dei totalitarismi, alla sessualità, dalla genetica ai colori/calori del mondo dell’altra metà del cielo.

E legge i tre testi che si chiamano “Sedia vuota”, “Perso” e “Canzone”.

Foto - Incontro ai Notari con la scrittrice canadese Margaret Atwood

(Foto esclusive Sandro Allegrini)

Poi l’atmosfera si stempera quando Margaret Atwood parla dello straordinario successo del “Racconto dell’ancella”, condendo l’esposizione di aneddoti e spigolature curiose su serial, cinema e  cinematografari. Gente strana e… imprevedibile.

È stato un incontro felice, denso, brillante. Un evento che ha saputo proporre una visione gioiosa della cultura. Che tale è, solo se condita di umorismo e umanità. Homo sum, nihil a me humani alienum puto. Ha scritto Terenzio. Tanti secoli fa. Difficile smentirlo. Grazie, Angela e Margaret, per avercelo ricordato.

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