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INVIATO CITTADINO Ponte Felcino. La chiesa parrocchiale di San Felicissimo perde pezzi

Quelle capriate si sono allentate. Occorre intervenire al più presto

Il parroco don Alberto Veschini lancia il grido d’allarme.

Risponde prontamente il vescovo Ivan Maffeis che, cogliendo l’occasione di una celebrazione liturgica, nel pomeriggio di sabato 29 luglio, effettua un sopralluogo e condivide le preoccupazioni.

L’impegno assunto è quello di mettere la questione all’Ordine del giorno. Già in settembre sarà pronto il progetto di consolidamento e messa in sicurezza. Poi la fase esecutiva.

Si tratta di consolidare gli appoggi laterali delle capriate.

“Dal sopralluogo – dice don Alberto – è emerso che non è sufficiente apporre tiranti”.

“La situazione – aggiunge – richiede un intervento più complesso e risolutivo”.

Intanto è stato inibito l’accesso dal portone principale e si entra dalla porta laterale, posta in cima all’edificio.

Sono praticabili solo le prime due/tre file di panche. Il resto è sbarrato.

Foto - La chiesa parrocchiale di Ponte Felcino (San Felicissimo) perde pezzi

(Foto esclusive Sandro Allegrini)

Finora sono caduti solo calcinacci, pezzi di intonaco e materiali nella zona di appoggio. Ma occorre fare presto e ricondurre l’edificio al pristino stato.

Un po’di storia. Ci ricorda il ponteggiano Stefano Vicarelli, storico locale, che era il 1912 quando don Emanuele Cavalletti istituì un comitato “Pro erigenda chiesa”, composto da tutti i capifamiglia del paese.

“La raccolta fondi venne proseguita da don Gualtiero Castellini che, nel 1926, sottoscrisse il contratto di appalto per la costruzione della nuova chiesa, affidata alla Cooperativa Muratori di Ponte Felcino, rappresentata dal Capomastro responsabile Ruggero Fiorentini. Progettista e direttore dei lavori era l’ingegner Edoardo Vignaroli”.

Aggiunge Vicarelli: “La nuova chiesa, in stile rinascimentale, venne costruita più arretrata di vari metri rispetto alla precedente, con la facciata principale rivolta verso la strada. La costruzione fu ultimata nel 1929, anno in cui aveva preso possesso della parrocchia don Remo Palazzetti, originario del vicino paese di Ponte S. Giovanni”.

Parliamo del prete inventore, radioamatore, amato/odiato per la sua forte carica ideologica anticomunista (in epoca di forti contrapposizioni fra il professato ateismo di sinistra e la componente cattolica).

Il bombardamento alleato la colpì (per errore?) nel 1944. Questa nuova chiesa ebbe a crollare il 12 giugno 1944, a seguito di un disastroso bombardamento aereo. D’altra parte anche il ponte ebbe a subire sorte  analoga.

La ricostruzione del 1951. Racconta Vicarelli: “La chiesa attuale è stata ricostruita a spese dello stato (in attuazione della legge sui danni di guerra) tramite l’Ufficio del Genio civile di Perugia. L’impresa costruttrice fu la Luzzi di Gualdo Tadino, su disegno dell’architetto Antonio Bindelli; l’opera fu ultimata nel 1951. Il nuovo campanile e stato realizzato, sempre su disegno del Bindelli e per incarico del Genio civile, dall’impresa Marcello Vicarelli, nell’anno 1960”.

Questo il passato… e il futuro? È certo che occorre intervenire con efficacia e tempestività. Al fine di garantire alla comunità ponteggiana condizioni di sicurezza e tranquillità.

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