INVIATO CITTADINO Per quelli dell’AISER, non solo sciescursionismo, ma anche ricette della tradizione
Francesco Porzi invita i soci a uno speciale contest cultural-culinario
Nel suo notiziario numero 1, sotto il brand “Casteluccio… in piatto”, scrive: “Visto che per la cena e pranzo di Natale, nonché di Capodanno, avete spellato tutti i vostri libri di cucina e consumato tutto lo schermo televisivo, per la Befana vi propongo una ricetta (un’altra ne seguirà) tipica di Castelluccio”.
Prosegue: “Se poi, quando l’avrete preparata ne potete fare una foto ed inviarmela, sarà a vostro nome, e parteciperete di diritto al 1° Concorso ‘la lenticchia d’oro 2024’ da noi ideato e di prossima indizione”.
Scherzosamente firmato “Francesco Porzi & Befana”.
La ricetta suggerita e sulla quale gareggiare, prototipo di autentica archeologia montana rurale, è l’Acquacotta casalinga di Castelluccio.
Precisando che l’acquacotta è una pietanza diffusa in molti luoghi, anche se poco conosciuta a Perugia. La più economica (povera per i poveri) e semplice è: acqua salata calda, versata su pane duro, e poi, possibilmente, tutto quello che è disponibile: formaggio, battuto, olio, patate, uova, erbe di campo e/o coltivate, soffritti vari, sino alla salsiccia.
Un modo per dire: fatevela a modo vostro.
La ricetta è ripresa dal bel libro di Giuseppe Iacorossi Castelluccio ’900. Che recita: “Al paese, l’Acquacotta si faceva di frequente perché nell’arca c’era sempre molto pane raffermo … La ricetta dell’acquacotta casalinga era leggermente diversa da quella dei pastori… Si mettevano in acqua delle patate tagliate a fette e, a cottura ultimata, si rompevano sull’acqua in bollitura lenta una o due uova. Una volta ammollato il pane raffermo, si scolava l’acqua di troppo. Patate e uovo rimanevano sul piatto insieme con il pane. La cuoca, nel frattempo, aveva preparato un soffritto a base di derivati dal maiale: solo lardo, oppure lardo con fette di sanguinaccio (faratu) o anche guanciale o pancetta. Il soffritto veniva cosparso uniformemente sul pane, sulle patate e sulle uova, e l’onnipresente pecorino terminava il condimento”.
Chissà se qualcuno tra i soci si cimenterà nella preparazione e avrà l’ardire di fotografarla e inviarla a Porzi.
Personalmente ho il fondato sospetto che si tratti di un aggancio per sollecitare la quota d’iscrizione 2024.