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Lunedì, 29 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO Oggi, 3 febbraio, è San Biagio, protettore della gola

A Pianello, Cannara, Monteleone di Spoleto, Pissignano… se ne celebrano le virtù di santo ausiliatore

Sono 14 e si chiamano “santi ausiliatori”, quelli ai quali si chiede ausilio (aiuto) per la protezione contro le malattie di una certa parte del corpo. Ce n’è per tutti gli organi e funzioni. Sant’Agazio e san Dionigi entrambi per il mal di testa, uno dei dolori più atroci.

Per la gola ci pensa San Biagio. Che protegge un po’ tutta la ‘zona’. Ossia naso, orecchie, vie aeree superiori.

Cantanti, predicatori, politici (chiacchieroni?) e… suonatori di strumenti a fiato. Perché, col mal di gola e col raffreddore, è difficile parlare, suonare o cantare. A meno che non si sia professionisti abituati a utilizzare il diaframma.

La novità dello smartphone. Questa sì che l’è bella! Il santo armeno è stato di recente individuato come protettore dello smartphone. Semplice spiegarlo: il telefonino è uno degli oggetti più amati dagli italiani e la voce il mezzo attraverso cui comunichiamo. Da grandi parlatori, quali siamo. Anche a vanvera.

L’origine della credenza. Quale il miracolo riferito alla figura del santo? Quello di aver liberato la gola di un bambino da una lisca di pesce che lo soffocava.

Feste e celebrazioni in Umbria. Nella località di San Biagio (comune di Marsciano) si tiene la festa con relativa celebrazione liturgica. Oltre che a San Biagio, è festa grande a Cannara, a Monteleone di Spoleto, a Pissignano (Campello sul Clitunno), a Pianello. 

Curiose le modalità secondo le quali si svolge la benedizione. Il sacerdote incrocia due candele poste davanti alla gola del fedele. Il rituale è quasi pagano e la forma dell’incrociare qualcosa per esorcizzare il male è comune ad altri costumi di carattere antropologico, fin dall’evo antico. 

Il soggetto “benedetto” deve recitare la preghiera dedicata al santo. Non è infrequente l’unzione della gola col crisma benedetto.

La civiltà contadina portava a benedire anche le bestie, specialmente i bovini. Un tempo venivano consacrate anche le bestie e le biade. Lo scopo era quello di evitare che un frustulo acuminato di foraggio ferisse la gola delle bestie da lavoro.

A Pianello, fungo, progiutto e merànguele. Non solo Sagra del fungo e Sagra del prosciutto. A Pianello per San Biagio è tradizione tenere la “Fiera delle merànguele”. Intendendosi per merànguela l’arancia.

E c’è anche un torcolo speciale. Nell’occasione si distribuisce un torcolo che assomiglia molto a quello di San Costanzo. Ma è più abbondante la quantità e la varietà dei canditi. Insomma: un torcolo più colorato e con diversi sapori, fra i quali prevale la ciliegia.

E si balla di brutto. È tradizione forte anche quella del ballo. Ci informa un amico che un tempo si ballava ininterrottamente, pomeriggio e sera, per tre giorni consecutivi. Chissà se oggi la gente ha voglia di fare altrettanto.

La prucissione. L’aspetto sacro vive attraverso una storica processione della Confraternita e diverse celebrazioni liturgiche, al termine delle quali si procede alla benedizione della gola.

Noterella dialettale. Merànguela, in perugino, significa “arancia”. Il termine corrispondente, in lingua italiana, è MELANGOLO e si riferisce all’albero e al frutto delle citracee, dei paesi tropicali, simile all’arancio, segnatamente all’arancio amaro.

L’origine è da ricondurre al greco MÈLON, che significa “mela” e ÀNGOURON, nel senso di “anguria, cocomero”. In latino medievale è presente MELÀNGOLUS, da cui MERÀNGUELA.

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