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INVIATO CITTADINO Monte Scosso chiude i battenti

La Comunità passionista richiama l’anziano don Gabriele, spostato nel folignate

Muore una tradizione che radica nell’Ottocento, assai sentita non solo ai felciniani, ma da tutti i perugini.

Un luogo fortemente evocativo, sede di matrimoni e feste religiose.

Un po’ di storia. Un insediamento che risale al 1898, in seguito a un lascito del conte Riccio Maria Ricci che  donò una tenuta con palazzo, ereditata dai baroni Della Penna.

Il lascito ad un Istituto religioso maturò alla morte della consorte del conte Ricci, avvenuta nel 1892: la donna sul letto di morte incoraggiò il marito ad attuare il progetto.

Il Superiore Generale ottenne dalla Santa Sede la facoltà di fondare il nuovo Ritiro di Montescosso, intitolato a S. Giuseppe, consegnandolo alla Provincia passionista di Maria Santissima della Pietà.

La cappella padronale fu ristrutturata a spese del conte e benedetta il 25 luglio 1900 da Mons. Dario Mattei Gentili, Arcivescovo di Perugia.

Fin dal 1923 si pose il problema della scarsità di religiosi e della mancanza di una vera e propria chiesa.  Che venne comunque costruita dalla ditta Fioroni Beniamino e benedetta il 20 maggio del 1923 dal Padre Provinciale Paolo Antonio Berti.

Nel giorno della solenne consacrazione (il 13 giugno 1925), a San Giuseppe vennero conferite le reliquie di san Paolo della Croce, fondatore dei Passionisti, di San Gabriele dell’Addolorata e di altri tre Santi Passionisti provenienti dal Ritiro di Recanati.

La chiesa appartiene alla Parrocchia del “Santissimo Corpo di Cristo in Bosco”.

Eletta Santuario giubilare. Nel 2016, in occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia, la chiesa ha avuto il privilegio di essere eletta quale Santuario giubilare.

Oggi, la chiusura. Si lamentano in tanti, rilevando come padre Gabriele ne abbia a soffrire, dopo tanti anni di lodevole apostolato. Ha comunicato di accettare la decisione e dunque sottostà al volere dei superiori dell’Ordine, ma obtorto collo.

Vivaci le proteste dei fedeli. Che dicono: “È una crudeltà chiudere tutto”.

Raccontano: “Erano numerose le persone che frequentavano la liturgia del venerdì e le due della domenica. Oggi, con una sola messa domenicale pomeridiana, l’assemblea sarà ridotta a pochissime persone e tutto finirà”.

Domenica 7 gennaio il saluto e l’ultima celebrazione liturgica. E poi? Hanno promesso che la chiesa verrà officiata settimanalmente: per l’esattezza, la domenica alle 17:30, a far capo dal 14 gennaio.

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