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Domenica, 28 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO L’ex vicario don Marco Salvi smentisce la veridicità di Trevignano Romano

Nulla di sacro sui fenomeni riferiti dalla presunta veggente

Fine dello show o della truffa. Se non lo fa la procura, ci pensa l’ex vicario del Cardinale Bassetti a dichiarare Game Over. Contro gli atteggiamenti di settarismo paranoide.

Stimmate (sotto i guanti) inesistenti, messaggi della Vergine tarocchi. Tutto, insomma, fasullo.

Il solo miraculum è quello della credulità. Con tanto di moltiplicazione di pani e pesci (in questo caso: coniglio e gnocchi). Tutto riscaldato al microonde e piatti ripieni per ben 15 persone, con una porzione per una sola. Lo stesso sarebbe avvenuto con le pizze. Al dire della “veggente”. Moltiplicazione e divisione: per una visione matematica da teatrino sacrilego. 

Dopo 7 anni, una pietra tombale apposta proprio dal nostro don Marco, ora vescovo di Civita Castellana. Che smentisce il presunto sangue divino. Questione montata anche con la complicità di qualche prete. Inopportunamente celebrante.

Riuscisse a farlo con gli euro! Commenta uno scettico, a proposito della moltiplicazione.

La Madonna banalizzata: “molto bella, piccola, capelli lunghi, occhi neri, naso piccolo, labbra piccole, tanto… di tutto. Gesù assomiglia alla sua Mamma con gli occhi azzurro-verde” secondo la veggente. Roba da Vanna Marchi del divino.

Per la diocesi di Civita Castellana, insomma, i fatti di Trevignano Romano, riguardanti le presunte apparizioni della Madonna, "non sono soprannaturali".

E la signora Maria Giuseppa Scarpulla – vulgo Gisella Cardia – è un’ingannatrice.

Il vescovo Marco Salvi, dopo avere disposto opportuna indagine, lo scrive apertis verbis

Lo dice sulla base delle conclusioni formulate da apposita Commissione formata da esperti che padroneggiano discipline come "teologia sistematica, diritto canonico, teologia spirituale, psicologia".

Gli eventi e le apparizioni riferite "non hanno alcun valore ecclesiale".

Sono state audite e interpretate testimonianze e fior di mariologi. I quali hanno sentenziato che nelle affermazioni della “veggente” ci sarebbero delle vere e proprie sciocchezze pseudo teologiche.

Insomma, come dice l’antico brocardo, sutor ne ultra crepidem. Ossia “il ciabattino non vada oltre la scarpa” a significare che chi non sa è meglio che stia zitto”, piuttosto che parlare/sparlare alla rinfusa di argomenti su cui non ha alcuna competenza.

È stato anche chiesto l’accesso agli atti circa la natura delle lacrime repertate. Ma ora: fine dello show.

La Collina dei miracoli ridotta a terreno improduttivo. E le donazioni in fumo. Anche se le si voleva “spontanee”, mi raccomando.

Sarebbe da ridere. O da rodere. Una che, impegnata a lavare i piatti, risponde poco agli ordini della Vergine e, infine, si siede e scrive. Cosa? Ma come! I messaggi? Lasciamo perdere che è meglio! Marco Salvi dixit.

Tutto questo era decisamente insopportabile per un religioso come don Marco. Che era stato vicario in una diocesi come la nostra. In una città come Perugia, mariana per eccellenza.

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