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INVIATO CITTADINO L’avventura pedagogica di Walter Pilini, un Maestro con la M maiuscola

È stato un punto di riferimento della scuola di Chiugiana e dell’interna peruginità

Ha fondato, insieme all’Inviato Cittadino, l’Accademia del Dónca. Ha scritto apprezzati libri di poesia in lingua perugina.

È memoria storica di Porta Pesa e dintorni, cui ha dedicato una Trilogia che costituisce una vera bibbia delle vicende storiche e antropologiche di quel quartiere.

Ha inventato, insieme a Livio Rossetti e ad alcune colleghe, la Filosofia di/per bambini, pubblicando libri che restano fondamentali per scoprire la profonda semplicità del pensiero infantile anche sui massimi sistemi e sul senso della vita.

È stato un antesignano negli studi dialettologici, collaborando con Giovanni Moretti. Vicino al grande direttore Giacomo Santucci, ne ha coltivato il nome e la memoria.

Fondatore dell’Associazione di cultura popolare Il Bartoccio, insieme a Valter Corelli, Ornero Fillanti, Giacomo Santucci,  Bruno Orsini… è stato uno stimolo costante per studi e ricerche legate alla peruginità.

Ci conosciamo e ci vogliamo bene fin da ragazzi (avevamo una parete a confine tra la sua e la mia abitazione, in corso Bersaglieri). La sua mamma era la Tecla, famosa e amatissima “bidella”, ma anche protettrice indefessa di tanti ragazzi, del liceo scientifico Galeazzo Alessi.

Insomma: Walter è Walter. Ed è questo il motivo per il quale non c’è lavoro che non mi premuri di inviargli per il suo prezioso, e inflessibile, giudizio.

A proposito della mia recente nota su Moretti, mi scrive ricordandomi che Giovanni Moretti ha anche scritto una fiaba per bambini: Codamozza, pubblicato da Era Nuova. Ne trassero anche uno spettacolo teatrale a Magione, città natale dell’autore. Walter, naturalmente, partecipò alla presentazione (d’altro canto, lo stesso Moretti aveva prefazionato alcune sue nugae poetiche).

“Giovanni – aggiunge –  venne  a Chiugiana a parlarne nel nostro salotto in classe, munito di divano e tappeti”.

Ma non solo Moretti. Chiugiana fu prototipo e polo di attrazione della sperimentazione pedagogica e didattica.

Ricorda Pilini: “Lì sono passati alcuni comuni amici (penso al nostro direttore Giacomo Santucci) a fare e parlare del loro mestiere, insieme ad altri noti personaggi nazionali. Sono stati tanti, in 37 anni di attività”.

Quali ti vengono in mente?

“Gianni Rodari, Mario Lodi, Albino Bernardini, Livio Rossetti, Luciano Mazzetti, Giacomo Paris vestito da frate, recitando brani de Il buon soldato Sveik, Loretta Cellini”.

Insomma, il gotha della pedagogia e dell’intellettualità nazionale. Chi altri?

“Artemio Giovagnoni, Giancarlo Palombini a suonare la zampogna e altri strumenti, Rita Boini in veste di autrice di un paio di fiabe…”.

Insomma: grazie a Walter per averci ricordato dei grandi “delle nostre parti”  e non solo.

E per averci fatto commprendere che insegnare non significa vasi da riempire, ma fiaccole da accendere.

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