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INVIATO CITTADINO Il testamento spirituale di don Luciano Tinarelli, parroco di Monteluce

“Passiamo dalle campane ai campanelli. Andiamo a cercare i fedeli a casa loro”

Come Gesù ha fatto con Zaccheo, o a casa di Marta, Maria e Lazzaro, o nell’abitazione di Giairo per resuscitarne la figlia.

Con lo sguardo e il pensiero rivolto al “supremo distacco”, più o meno vicino, don Luciano ha esaltato l’avventura di una vita nella comunità parrocchiale di Monteluce.

Foto - Il testamento spirituale di don Luciano

(Foto esclusive Sandro Allegrini)

E ha lasciato un messaggio inequivocabile che riassume le Virtù Cardinali e le Teologali.

Ci dice: “Ho abitato a lungo la parrocchia, ne ho vissuto la realtà misteriosa e affascinante e, soprattutto, l’ho amata”.

Citando don Primo Mazzolari e la sua frase: “La parrocchia è la Chiesa che fa Casa con l’uomo”.

E fa sue - il nostro caro don Luciano - le parole di monsignor Gualtiero Sigismondi che aveva citato la parrocchia come crocevia, non fortilizio. Luogo e spazio di ogni relazione destinata a diventare Casa del Padre.

Don Luciano ricorda la risposta di Papa Francesco a una bambina che gli chiedeva “Cosa ti piace più di fare, ora che sei Papa?”. Col Santo Padre che dice, senza esitazione “Mi piace fare il parroco”.

Così don Luciano, che fu parroco di Monteluce per oltre mezzo secolo, ricorda il Rendimento di Grazie per il dono del Mistero Pasquale.

Perché don Luciano non si sentiva diverso dai suoi parrocchiani.  Ma riconosceva la propria inadeguatezza che lo accomunava ai fedeli, fratelli e sorelle, invocando – per sé e per tutti – la misericordia del Padre.

Recitando il passaggio del Dies irae. Ingemisco tamquam reus. Culpa rubet vultus meus. Supplicanti parce Deus (Peccator qual io mi veggo, / Copro il volto di rossor: / Tu dunque a me ch'el chieggo, / Dà benigno il tuo favor [le terzine latine sono rese con quartine in italiano letterario].

Per concludere: “Vorrei scendere nel sepolcro afferrando con le mani, e più col cuore, il testo liturgico del Preconio Pasquale… e annunciare ancora la speranza nella vita in Cristo”.

Con la formula In te, Domine, speravi. Una speranza che si illumina di certezza nella dimensione della fede.

Questo il grande insegnamento che ci lascia don Luciano. Parroco di Monteluce per oltre mezzo secolo. Uomo tra gli uomini.

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