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INVIATO CITTADINO Elce chiama, Comune risponde. Quelle scalette all’Elce sono riaperte da stamane

Andate a buon fine le proteste e le segnalazioni

Ce ne siamo fatti interpreti e cassa di risonanza. Condividendone le ragioni. Un obiettivo tenacemente perseguito dai residenti del popoloso quartiere cittadino.

Si tratta della comoda bretella che collega la zona rotatoria Vittime delle mafie (via Annibale Vecchi)  con via Lorenzini e via degli Olivi.

La questione annosissima sembrava irrisolvibile. Quelle scalette davano segni di vetustà. Ci era cresciuta una rigogliosa vegetazione. Erano state sbarrate con una robusta rete di cantiere a maglie larghe.

Quei cartelli mendaci. Per qualche anno c’è stato affisso (foto) un cartello che parlava di fantomatici “lavori in corso”, invero finora mai realizzati.

La contesa tra pubblico e privato era legata a una circostanza che accomuna questa ad altre numerose situazioni nel quartiere.

La licenza a costruire viene concessa dal Comune, alla condizione di realizzare, o conservare se esistente, delle infrastrutture di servizio come scale e quant’altro. Il tutto a uso pubblico.

Dunque, strutture realizzate dai privati (con prescrizione comunale) ma di uso pubblico.

Le dolenti note si levano quando giunge il momento del degrado e occorre manutenere.

A quel punto, il Comune ricorda al privato o al condominio i suoi obblighi. Ma non compie l’unico atto serio e responsabile: emanare apposita ordinanza imponendo l’obbligo. Salvo, in caso d’inadempienza, procedere e addebitare al privato il costo sostenuto. Ma il coraggio non abita nelle stanze del potere. Ieri come oggi.

Il privato dice: “Perché devo manutenere una struttura di uso pubblico, dove passa chiunque? Il compito e i costi spettano al Comune. Che la deve acquisire e manutenere”.

E comincia il contenzioso. Con la struttura chiusa a scopo provvisionale. E resta tale, spesso per anni, finché non si addiviene a un compromesso. Come nel caso di cui parliamo.

All’Elce ci sono tante di queste situazioni irrisolte. Come la scala che da via Annibale Vecchi adduce in via Maria Bonaparte Valentini e alla scuola Leonardo da Vinci. O le scalette che congiungono via Vecchi con la parte alta di via Serafino Calindri (un contenzioso aperto da oltre un ventennio, col Comune e il condominio che fanno orecchi da mercante, con scomodo dei pedoni e mettendo a rischio la sicurezza delle persone).

In certi casi siamo alla vergogna. Che dovrebbe colpire il pubblico e il privato. Una vera incapacità di venire a capo di situazioni chiarissime. In omaggio al principio quieta non movēre… (per non perdere voti?).

Ora, in questo caso, si è transato. Probabilmente nel modo più civile ed efficiente. Ossia: il Comune mette la mano d’opera e il privato paga i materiali.

Il risultato è sorprendente. Finalmente la numerosa popolazione a monte, in zona via Lorenzini e via degli Olivi, può agevolmente raggiungere servizi di ogni genere: la Coop, la Farmacia, la Banca, la chiesa parrocchiale di San Donato, i negozi di viale Antinori e quelli via Vecchi. Pare un sogno. Eppure era così semplice.

Obiettivo raggiunto. Ed è così che si prendono i voti. Rispondendo alle legittime richieste dei cittadini. Magari in tempi non biblici.

Foto - Elce. Riaperte le scalette del contendere

(Foto Sandro Allegrini)

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