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INVIATO CITTADINO Egregio professor Torelli. Caro Mario. Un personaggio MAIUSCOLO

Un (dovutissimo!) convegno al MANU ne ricorda le opere e i giorni

Mario Torelli è stata figura di riferimento dello Studium perusinum. Apprezzata non solo sul piano internazionale, ma pure a livello di Associazioni popolari. Tanto da regalare seguitissime conferenze, seguite con interesse anche da un pubblico generalista.

Perché era anche questa una delle sue spiccatissime doti: riuscire a farsi capire da tutti. Senza banalizzare, tenendo un livello alto e, insieme, “democratico”. Prova vivente di come la cultura non vada brandita come una clava, ma offerta in dono.

Mario era un uomo franco. Di carattere, come si dice. Locuzione usualmente intesa come equivalente a quella che vale “di cattivo carattere”. Ma le cose non stavano affatto così.

Mario detestava la superficialità, l’approssimazione, la supponenza. Ed era pronto a chiamare le cose col loro nome. Anche a costo di farsi dei nemici. Ne ebbe, infatti, più d’uno. Personaggi non del suo livello.

Ricordo un episodio legato a uno degli incontri di etruscologia, organizzati da Primo Tenca, tenuti alla Sala Miliocchi di corso Garibaldi per la Società di Mutuo Soccorso.

In una di quelle occasioni, Mario Torelli ebbe a stigmatizzare le modalità, a suo dire superficiali (o anche peggio) con cui erano stati condotti gli scavi sotto la chiesa cattedrale di Perugia. Al termine della conversazione, gli chiesi se potevo scrivere e riferire pubblicamente quella valutazione. Non solo confermò, ma rincarò, parlando di rilievi stratigrafici mancati e altre, a suo dire, “colpevoli omissioni”.

Ne scrissi (edulcorando anche un poco) e le reazioni furono forti. Mi chiamò il direttore del settimanale della CEU, “La Voce”, monsignor Elio Bromuri (oltretutto mio amico e consigliere spirituale) che mi disse: “Non ti offendere, ma devo ospitare in una pagina intera le controdeduzioni”. Non ebbi, né potevo avere, nulla in contrario.

La circostanza rischiò di incrinare la mia antica amicizia col Priore dei Canonici della Cattedrale, il filosofo monsignor Fausto Sciurpa. Che capì il mio ruolo professionale e mi “assolse”.

La polemica rimbalzò e Mario non ebbe difficoltà a ribadire, apertis verbis, quanto da lui già sostenuto. E non si preoccupò di edulcorare. Anzi.

Era uomo di totale coerenza e non arretrava davanti a niente. Affrontava situazioni difficili a muso duro.

La sua “franchezza” gli procurò qualche inimicizia. Lo temevano e tentavano di screditarlo, ma erano nani in humeris gigantis insidentes. Incapaci di resistere alla sua ironia. Tagliente e pepata.

In occasione del conferimento del Baiocco d’Oro del Comune di Perugia, in Sala della Vaccara, con la presenza dell’assessore Andrea Cernicchi, non eravamo in tanti. Mancava l’Università. Personalmente me ne rammaricai. E dire che Mario era stato, per 35 anni, docente di Archeologia e Storia dell’Arte Greca e Romana. Conferendo lustro alla nostra gloriosa e antica Istituzione.

Fra i tanti prestigiosi riconoscimenti, ebbe a ricevere il Premio internazionale Balzan per l’archeologia classica. Che è come dire il Nobel dell’Archeologia.

Oggi, a poco più di tre anni dalla scomparsa, il MANU gli dedica tre giornate di studio, alle quali parteciperanno alcuni tra i maggiori scienziati che con lui si sono formati e hanno avuto la fortuna di incrociare la sua straordinaria attività professionale.

L’iniziativa è giustamente promossa dai Musei Nazionali di Perugia - Direzione Regionale dei Musei Umbria, diretti da Costantino D’Orazio, e curata da Tiziana Caponi, Direttrice del Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria.

Ospiti e relatori numerosi e qualificati.

Nel merito avremo modo di tornare.

Le tre giornate saranno aperte, mercoledì 21 alle ore 9:00, dagli interventi di Costantino D’Orazio e Tiziana Caponi, a cui seguiranno quelli del Direttore Generale dei Musei, Massimo Osanna, del Direttore del Parco Archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo e di Attilio Mastino (Rettore emerito Università degli Studi di Sassari).

Ma, oltre a quelle di allievi e studiosi, sono previste le comunicazioni di amici e di quanti ebbero modo di apprezzarne le qualità umane. Che non erano piccole. Né poche. 

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