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Lunedì, 29 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO Ecco come la gente del Borgo reagisce alla scomparsa di Cesare

Persona generosa e affabile, amica di tutti, molto rimpianta

Si autodefiniva autoironicamente homo fotostaticus, in riferimento alla propria attività. E aveva affisso alla vetrina del negozio, al civico 118 di corso Cavour, una vignetta giocosa che lo ritraeva.

La reazione della sua gente è stata di unanime cordoglio e rimpianto.

La serranda del negozio è piena di biglietti di amici e disegni di bambini. Frasi che esprimono dispiacere per questa perdita improvvisa. A segnare il triste epilogo della vicenda di un uomo che aveva conosciuto benessere e disponibilità economiche. Un tempo.

Lo chiamavano tombeur de femmes, perché una volta girava con belle macchine in compagnia  di donne avvenenti. Era simpatico, gioviale, attirava il gentil sesso col suo fare generoso e cordiale.

Vai col le tue donne! A questo suo naturale talento fa riferimento un biglietto scritto al computer che conclude “Vai col le tue donne. Continua a sorridere anche da lassù”.

Una presenza-assenza anche di parola: “Passare qui davanti e non sentire la tua voce sarà dura”.

Un biglietto scritto a mano dice: “Sei stato l’unico che conosco ad essere stato coerente con te stesso. Sempre, sino alla fine… e che ha avuto il coraggio di pagarne il prezzo di persona. Qualunque fosse!”.

Un biglietto con disegno di bambino recita: “Ti voglio bene, Cesare, da Adele”. E rappresenta Cesare col cagnolino Simone (soprastati dalla scritta coi relativi nomi) con alle spalle un luminoso arcobaleno.

Il piccolo Andrea, invece, li ritrae incamminati verso un cielo terso dove spicca un sole a forma di cuore rosso.

E i grandi? Hanno aperto una sottoscrizione. Un volantino verde invita ad “aprire cuore e portafoglio”. Si firmano AMICI DI CESARE.

Avvertono che i fondi raccolti non saranno utilizzati per il funerale, del quale si è fatto carico un suo cugino.

Ma i destinatari sono due soggetti ai quali di certo Cesare voleva un gran bene.

Primo il gattile. Lo chiamano il “Gattile di Betto”, nomignolo affettuoso con cui si indica l’amico Benedetto che si prende cura di una colonia di randagi dietro a San Domenico.

Poi il canile. Quello dove era stato raccolto il bastardino Simone.

Così Perugia omaggia Cesare. Certo è che quel mazzo di fiori, appeso alla serranda del negozio, sta già sfiorendo. Non così il ricordo e l’affetto. Che non temono il sole né il freddo.

Perché non muore mai quello il cui nome viene ripetuto con amore. E il suo profumo sarà sempre vicino al nostro naso. Come quello dei fiori, carezzati del vento di primavera.

Foto - Parole e gesti della gente del Borgo sulla serranda del negozio di Cesare

(Foto Sandro Allegrini)

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