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Lunedì, 29 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO Con lo studio e con lo Studium per conseguire grandi traguardi

Bartolo d’oro a Sergio Sottani, Pier Giuseppe Pellicci e a un poker di donne

Laureati illustri, che dànno luce e hanno ricevuto lustro dalla laurea conseguita all’Università degli Studi di Perugia.

La cerimonia del conferimento all’Aula Magna di Palazzo Murena, in via Francesco Innamorati.

L’evento nell’ambito della prima edizione della Giornata nazionale delle Università Italiane, intitolata “Università Svelate”, istituita dal Ministero dell’Università e Ricerca e promossa dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane.

La Giornata Nazionale delle Università ha la finalità primaria di sensibilizzare la società sul ruolo e sulla mission del sistema universitario nelle sue molteplici funzioni: ricerca, didattica, public engagement.

L’onorificenza destinata “alle laureate e ai laureati dell’Ateneo che hanno raggiunto livelli di eccellenza nelle proprie carriere professionali, contribuendo così, con il proprio operato, a promuovere il nome dell’Università degli Studi di Perugia”.

Quattro le donne destinatarie del premio. Ilaria Capua (scienziata, famosa e apprezzata a livello internazionale); Giorgia Cardinaletti (giornalista, nota e stimata anche per la conduzione del Tg1; Patrizia Falcinelli (diplomatica); Majlinda Frangaj (ambasciatrice dell’Albania preso la Santa Sede); Pier Giuseppe Pelicci (medico, scienziato); Sergio Sottani (magistrato).

Ogni premiato è stato introdotto dal Magnifico Rettore Maurizio Oliviero che ha tessuto un sintetico quadro del profilo del premiato. Oltre che da una laudatio di docenti e personalità di rango nell’àmbito della disciplina di riferimento.

Nel corso dell’evento, inoltre, sono state premiate le migliori tesi di laurea per l’anno accademico 2021/2022.

Un discorso autorevole. Grande impatto ha ottenuto il discorso di ringraziamento del procuratore Sergio Sottani che ha tessuto un ragionamento intriso di cultura e riflessione, di affabilità e (auto)ironia.

Coerenza di talento giuridico e peruginità. Si può legittimamente rilevare la perfetta coerenza del premio fra intestato e intestatario, riuniti ad unità in nome e memoria del giurista Bartolo da Sassoferrato. Ricordando il classico brocardo nemo bonus iurista nisi sit bartolista, "non può essere un buon giurista chi non sia un bartolista" (cioè un seguace di Bartolo). O anche l’epitaffio elogiativo lucerna iuris; monarcha iuris; in legibus ut terrestre numen.

E aggiungo che lo stesso Bartolo, ambasciatore e Priore del Collegio dei Giudici, fu onorato con la cittadinanza onoraria della Grifagna, dove Sergio Sottani ha avuto appunto i natali.

La risposta alla laudatio. Sottani, rispondendo ad alcuni passaggi della laudatio che lo ha introdotto, ha esordito ricordando che “lo Studium torna a casa”, volendo ricordare che proprio l’Aula di Giustizia del Palazzo del Bargello fu la sua prima sede dell’Universitas perusina.

Biografie e autoironie. Ha quindi giocato riferendo spaccati e tranches de vie dell’Università al suo tempo e delle scelte da lui operate. Quando, una volta, a frequentare le lezioni erano solo due studenti.

Spassosissimo il profilo di professori, come quello che si scordò di fare lezione e fu intercettato in un bar di prossimità a giocare a flipper (“Fu, quella, l’unica volta i cui lo vedemmo sorridere”). E poi l’odore acre, stucchevole per i non fumatori, delle Gauloises fumate da un altro docente.

Quindi tanta autoironia circa le scelte, fatte anche a caso, che condizionano la nostra vita. Sottani racconta di aver iniziato a frequentare lezioni d’informatica perché gli piaceva ingegneria. E poi, scherzando, “avrei anche potuto scegliere Veterinaria, se solo avessi saputo che ne era attiva la Facoltà”.

Non toccate la Costituzione! Il discorso si fa serio quando tocca la Costituzione (musica per le orecchie del rettore Oliviero) che ritiene una summa di storia, letteratura, politica, cultura, valori, identità. Con persuasa commozione. E atteggiamento di chi si leva il cappello davanti a tanta autorevolezza.

Le tre C. Un riferimento che torna nel “discorso sulle tre C”. Intendendosi per tali il trinomio Costituzione-Cura-Covid.

Lo spirito di servizio. Perché esercitare le funzioni (non il Potere) di Magistrato significa ispirare il proprio comportamento al detto I CARE.

La lezione (e le illusioni perdute) del Covid. Quanto, poi, al Covid, Sottani osserva che sono andate deluse le speranze che dalla pandemia saremmo usciti migliori. Mentre ce ne siamo trovati “incarogniti”. E spiega anche perché.

Infine dice che dietro i successi (e questo riconoscimento è uno di quelli) ci sono sempre “grandi sconfitte”. Che occorre vincere con la forza e la convinzione. Occorre la determinazione di ingaggiare tante battaglie e perderne parecchie.

Conclude citando un aforisma che esalta il frutto del “camminare insieme” come metodo sociale e civile fruttuoso e gratificante.

Un grande discorso di un grande procuratore. Un esempio di come cultura giuridica e umanità possano felicemente convivere.

Alleggerimenti musicali. Ciò detto, ci fa piacere rilevare che i momenti istituzionali sono stati punteggiati da interventi musicali del Coro dell’Università, diretto dal M° Marta Alunni Pini.

E dalla performance dell’ensemble jazz del Conservatorio Morlacchi con Alessio Biagioli (sax e clarinetto), Leonardo Genzini (chitarra), Giacomo Laureti, contrabbasso. Interventi garbati e consoni alla bisogna come un raffinato And I love her.

Detto fra noi. Sergio, oltre che affabulatore e retore smaliziato, è uno scrittore di vaglia. È per questo che, alcuni anni fa, gli chiesi una nota sul mio “Perugia a luci rosse. Dal Medioevo alla Legge Merlin”. Avevo infatti bisogno di essere accreditato (nel libro anche il sociologo Roberto Segatori, il medievista Franco Mezzanotte e il magistrato Fausto Cardella), per timore che quella mia ricerca storica e documentale venisse scambiata per un prodotto di gossip e scurrilità. Anche se nel libro non c’è una sola parolaccia. Era il tema a ingenerare possibili equivoci.

Sergio Sottani non solo mi accreditò, ma mi ‘screditò’ con garbo, affetto e cultura. Scrivendo, nella sua nota dal titolo “Quel sapore antico di Malacucina”: In questo turbinio…la passeggiata del libro di Allegrini per i vicoli perugini e viuzze interne, nei quartieri proibiti, serve a ritemprare la vista, offuscata dall’eccesso di esposizione. E con la vista torna il piacere della penombra, al riparo delle poche torri, rimaste della medievale Perugia. Mente il Grifone, con la sua ostentata virilità, controlla vigile ed assorto, nonostante gli acciacchi, l’arrivo di nuove cortigiane.

Grazie ancora e, complimenti, Sergio.

Foto - Bartolo d’oro a illustri laureati dello Studium

(Foto Sandro Allegrini)

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