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Gioco d’azzardo in Umbria, dai 15 ai 18 anni anni si è già giocatori "problematici". E sull'abuso di alcol tra ragazzi e ragazzi non c'è differenza

I dati i elaborati dal Cnr sono stati illustrati nel corso di un’iniziativa a palazzo della Provincia di Perugia

Nella sala del Consiglio del Palazzo della Provincia di Perugia, martedì 12 settembre, si è svolto il convegno dal titolo: “Il gioco d’azzardo e altri comportamenti a rischio tra i giovani: il quadro regionale e le possibili strategie d’intervento”.  Secondo quanto emerso durante il convegno, basato sui dati del Consiglio Nazionale delle Ricerche, quasi il 57% degli studenti umbri, di età compresa tra i 15 e i 19 anni, ha giocato d’azzardo almeno una volta nella vita e circa il 51% lo ha fatto nel corso dell’ultimo anno.

I dati risultano in linea con quelli osservati a livello nazionale e, in generale, sono soprattutto gli studenti di genere maschile, nel 2022 erano il 57,4% contro il 43,8% femminile, a riferire di aver praticato giochi d’azzardo. Al crescere dell’età aumenta la percentuale di studenti che giocano d’azzardo raggiungendo quasi il 55% tra i 18enni. Per tutte le età sono soprattutto i ragazzi a riferire di aver giocato nell’ultimo anno con differenze di genere più marcate tra i 17enni, 57,1% maschi contro il 39,8% donne, con una media del 48,8%. Fatta eccezione per gli anni della pandemia, la prevalenza di gioco d’azzardo risulta in crescita dal 2017 e l’andamento regionale risulta in linea con quello nazionale.

In Umbria, nel 2022, il 9,3% degli studenti giocatori nell’anno presenta un profilo di gioco a rischio mentre il 5,4% problematico: sono soprattutto i ragazzi e, nel caso del profilo “problematico”, le percentuali maschili risultano quasi triple rispetto a quelle femminili. 

Ha aperto i lavori Elisa Benedetti dell’istituto di fisiologia clinica del Cnr che ha illustrato “I comportamenti a rischio della popolazione studentesca umbra di 15-19 anni: i dati dell’indagine Espad 2022”. Oltre ai dati già citati, dalla relazione è emerso che il consumo di alcol risulta largamente diffuso: l’83% degli studenti in Umbria ha consumato almeno una bevanda alcolica nella vita, il 77% nel corso del 2022, circa il 63% nel mese e il 5,5% ne ha fatto un uso frequente, consumando alcolici in 20 o più occasioni nel corso dell’ultimo mese. 

Sono soprattutto le studentesse a riferire l’uso di alcol, fatta eccezione per il consumo frequente che riguarda soprattutto i ragazzi. Al crescere dell’età aumenta la percentuale di studenti che riferiscono di bere alcolici nell’anno, andamento confermato anche differenziando per genere. Tra i 15-16enni si osservano maggiori percentuali femminili mentre tra i 17-18enni le differenze di genere risultano minime. Quasi il 41% degli studenti in Umbria afferma di essersi ubriacato, almeno una volta nella vita, tanto da barcollare, non riuscire a parlare correttamente o dimenticare l’accaduto. Circa un terzo lo ha fatto nel corso del 2022 e il 17% nel mese precedente la somministrazione del questionario. L’1,4% si è ubriacato oltre 10 volte negli ultimi 30 giorni. In generale, sono soprattutto le studentesse a riferire di essersi ubriacate e i valori regionali sono in linea con quelli nazionali. La percentuale di coloro che si sono ubriacati nel corso del 2022 tende ad aumentare al crescere dell’età, passando dal 16% tra i 15enni a quasi il 47% tra i 19enni. Per tutte le età si osservano maggiori percentuali femminili rispetto ai coetanei, fatta eccezione tra i 19enni.

Circa la metà degli studenti 15-19enni in Umbria ha utilizzato tabacco almeno una volta nella vita mentre circa un quinto lo utilizza quotidianamente. Tra le studentesse si osservano prevalenze maggiori sia di utilizzo sperimentale sia quotidiano; la percentuale di ragazze che hanno fumato quotidianamente nell’ultimo anno, inoltre, risulta maggiore rispetto alla prevalenza osservata tra tutte le studentesse a livello nazionale. Al crescere dell’età aumenta la percentuale di studenti che utilizzano quotidianamente tabacco passando dall’8,9% osservato tra i 15enni al 34% tra i 19enni. Per tutte le età sono soprattutto le ragazze a riferire questo consumo con un rapporto di genere particolarmente elevato tra le 15enni (F/M=1,7). Dal 2014 si osserva una sostanziale riduzione dei consumi nell’anno a livello regionale, seppur con un andamento talvolta altalenante. Nell’ultima rilevazione si osserva la prevalenza più bassa mai osservata, insieme a quella del 2018. Dal 2011, le percentuali regionali risultano quasi sempre più elevate rispetto a quelle nazionali.

Poco meno di un quinto degli studenti residenti in Umbria ha utilizzato almeno una volta nella vita psicofarmaci senza prescrizione medica (SPM), l’11% lo ha fatto nell’anno, il 7,6% negli ultimi 30 giorni e il 2,1% li ha consumati almeno 10 volte nel corso del mese. Il consumo di psicofarmaci SPM è caratterizzato da percentuali femminili che risultano almeno doppie rispetto a quelle dei coetanei. I valori regionali risultano di poco superiori rispetto a quelli nazionali.

Sono soprattutto gli studenti 18enni ad aver consumato psicofarmaci SPM nel corso del 2022. Per tutte le età si osservano maggiori percentuali femminili con un rapporto di genere triplo tra i 17enni (F/M=3,1).

Per quanto riguarda il piano regionale di contrasto al gioco d'azzardo in questi anni è stato strutturato un sistema di servizi ed interventi in ambito sociosanitario aperto al territorio e di carattere proattivo aprendo, ad esempio, una cabina di regia regionale, individuando dei centri di riferimento regionali, formando operatori, creando una rete di punti di prima accoglienza, promuovendo la salute nel setting scolastico ed extrascolastico, realizzando un marchio no slot e aprendo un numero verde. È stato rafforzato il sistema di servizi e valorizzata la centralità del ruolo dei Comuni istituendo, ad esempio, tavoli integrati tra distretti sanitari e zone sociali, un monitoraggio epidemiologico, iniziative di confronto interregionale. Sono state avviate delle attività nelle zone sociali creando una rete territoriale con le associazioni, attivando unità di strada, punti di ascolto ed info point, realizzando una mappatura e geolocalizzazione dei luoghi di gioco per fotografare le città, organizzando iniziative pubbliche di presentazione e processo al gioco d'azzardo e giornate di divulgazioni e di recupero dei giochi tradizionali. Nei prossimi anni sono previste varie azioni come il potenziamento dell'integrazione sociosanitaria ed innovazione degli interventi, creare nuove campagne di comunicazione dedicate a target riconoscibili, creare un vero e proprio brand, allargare il metodo del tavolo integrato agli altri programmi regionali, coinvolgere le associazioni di categorie e forze dell'ordine per sensibilizzare e ridurre i luoghi di gioco ed implementare il marchio "noslot".

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