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La Galleria nazionale dell'Umbria verso quota 100mila: anno record, cultura fa rima con turismo

Bilancio positivo per il polo museale. Varietà e quantità delle proposte premiano, il direttore Pierini sorride: "Peccato non aver raggiunto la cifra tonda"

C'è una ragione per non essere contenti, dice il direttore Marco Pierini. Voleva arrivare a 100mila visitatori in un anno, ma si è dovuto accontentare, per così dire, di 96.238 ingressi alla Galleria nazionale dell'Umbria. E sorride, forte di numeri che evidenziano un trend di crescita del numero di visitatori della Galleria, pari al 23% rispetto al 2018. 
Premiate la ricchezza e la varietà delle proposte volte da un lato a valorizzare il patrimonio conservato nel museo, dall’altro a proporre all’attenzione del pubblico temi e opere capaci di suscitare un  interesse esteso anche oltre i confini della collezione e degli  stretti studi storico-artistici.

È stato questo il caso, per esempio, della mostra “Bolle di sapone. Forme dell’Utopia tra Arte e Scienza” (16 marzo-9 giugno), curata congiuntamente da uno storico dell’arte, Marco Pierini e da un matematico e fisico di grande fama, Michele Emmer. L’insolito soggetto dell’esposizione ha consentito di intersecare la storia dell’arte con quella della scienza, dando luogo a un percorso affascinante tra le trasparenze delle bolle dipinte con sapienti velature nel corso del secolo XVI-XX e quelle soffiate dal vero, che hanno reso protagonisti grandi e piccini di esperienze laboratoriali capaci di chiarire gli innumerevoli “segreti” di questi solidi dalla durata effimera e dalle affascinanti iridescenze. Il suggestivo tema ha consentito anche di sperimentare un’inedita collaborazione con il Teatro Stabile dell’Umbria, con il quale la Galleria ha potuto portare sul palcoscenico del teatro Morlacchi lo straordinario spettacolo di Pep Bou “Experiencies”, una poetica performance costruita proprio con le…. bolle di sapone!

A Cesare Franchi, detto il Pollino, raffinato miniatore perugino cinquecentesco già ai suoi tempi noto e richiesto ben oltre i confini della città, è stata dedicata una mostra monografica “Atomi e nuvole” (13 aprile – 9 giugno) che ha consentito di valorizzare e ricomporre un cospicuo nucleo di opere, confrontandole con altre raffinate produzioni coeve. L’esposizione ha permesso di ampliare il catalogo delle sue opere e di approfondire gli studi su un personaggio la cui tragica fine ha, forse, determinato nel corso dei secoli un’imbarazzata damnatio memoriae.   

Come ormai è consuetudine la stagione estiva ha esordito con la mostra fotografica del celebre ritrattista newyorchese Jimmy Katz “Closed session”, allestita in parallelo allo svolgimento dei quattro festival musicali con i quali collabora la Galleria: Umbria Jazz, Trasimeno Music Festival, L’Umbria che spacca e la Sagra Musicale Umbra. È sul filo del pentagramma, infatti, che si declina ogni anno la proposta del museo, nella convinzione che una istituzione culturale d’eccellenza non possa non incrociarsi con le espressioni più vitali del contesto in cui opera. Trasformata per l’occasione in spazio di versatile accoglienza, la Sala Podiani ha dunque ospitato concerti di musica jazz, classica, rock e contemporanea, offrendosi parallelamente anche come laboratorio creativo con l’evento “Live Drawing”, realizzato in collaborazione con il collettivo BecomingX, che si conferma appuntamento capace di coinvolgere artisti e pubblico in una comune, vitale esperienza.

L’estate 2019 è stata segnata anche da un evento di carattere internazionale dedicato all’arte antica: la “Madonna Benois”, una delle più note opere di Leonardo da Vinci, proveniente dal Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo è stata esposta a Perugia in “restituzione” del prestito della cimasa del Polittico di Sant’Antonio che qualche mese prima aveva viaggiato verso la Russia per essere esposto alla mostra monografica su Piero della Francesca. Un allestimento suggestivo, volto anche ad approfondire i rapporti tra Leonardo e Perugino ai tempi del comune alunnato verrocchiesco, ha attirato nel mese di esposizione dell’opera in Galleria  (4 luglio – 4 agosto) oltre 20.000 visitatori, e ha posto le basi di una possibile futura collaborazione tra i due istituti.    

Con “L’Autunno del Medioevo in Umbria. Cofani nuziali in gesso dorato e una bottega perugina dimenticata”, curata da Andrea De Marchi e Matteo Mazzalupi, è stata messa in luce una raffinata produzione perugina di manufatti in uso presso le famiglie magnatizie della città in epoca tardogotica, nei quali venivano trasportati dalla casa paterna e conservati nella dimora maritale i corredi delle giovani spose. La mostra è stata anche l’occasione per meglio individuare la figura di Giovanni di Tommasino Crivelli e ampliarne il catalogo con attribuzioni dettagliatamente motivate nel catalogo pubblicato per i tipo di Silvana.

Da un’inedita collaborazione con i Musei Vaticani è nata la possibilità di realizzare un’operazione di grande rilievo scientifico e simbolico: dopo 222 anni è stato possibile, infatti, ricomporre la Pala dei Decemviri, l’opera commissionata dai Priori perugini a Pietro Vannucci nel 1495 a completamento della suntuosa decorazione della cappella all’interno del Palazzo pubblico, centro nevralgico dell’attività politica e amministrativa della più importante magistratura comunale. Requisita dagli ufficiali napoleonici, tornò in Italia con la Restaurazione ma fu trattenuta dal Papa andando ad arricchire le collezioni vaticane. Per la prima volta l’opera è stata ricongiunta alla cornice originale e alla cimasa, entrambe conservate in Galleria, ed è stata rimontata all’interno della cappella nella posizione originale andando così a rivitalizzare un secolare simbolo dell’identità al tempo stesso civile e religiosa della città. Al termine dell’esposizione perugina (26 gennaio 2020), l’opera nella sua interezza troverà una nuova occasione espositiva in Vaticano, dove per altri tre mesi a partire dal 6 febbraio 2020 farà bella mostra di sé richiamando l’attenzione di un ampio e tipologicamente variegato pubblico.   

Oltre ai consueti cataloghi delle mostre, sono state realizzate anche pubblicazioni originali dedicate ai visitatori più piccoli per consentire loro di avvicinarsi all’arte, alla scienza e alla letteratura accompagnando le esperienze individuali e collettive di carattere laboratoriale o ludico organizzate dal museo con testi e immagini ideati e realizzati appositamente per loro. L’attività editoriale è stata anche l’obiettivo di uno specifico progetto, invertendo la sua tradizionale funzione di strumento che accompagna e illustra un percorso espositivo per trasformarsi essa stessa, attraverso la realizzazione del volume di Roberto Paci Dalò “Ombre”, in un suggestivo itinerario di visita all’interno delle 37 sale della Galleria in chiave contemporanea, documentato dai poetici disegni tratti dal taccuino dell’artista, calatosi per l’occasione quasi nei panni di un  moderno Cavalcaselle e pubblicato da Quodlibet.

Nell’anno sono proseguiti i progetti e le attività legati all’accoglienza dei disabili: dalle persone che hanno difficoltà motorie, ai sordi, ai ciechi o ipovedenti, agli anziani con deficit cognitivi.  Da quest’anno la Galleria ha rivolto il suo messaggio anche ai carcerati, poiché l’arte è anche uno strumento per aprirsi a nuovi orizzonti, occasione di sperimentazione, conoscenza, di impegno e di riscatto.

Come di consueto, anche nel 2019 le collaborazioni con altre istituzioni culturali pubbliche e private o con le associazioni culturali locali e nazionali che operano nel territorio sono proseguite e si sono estese, all’insegna di uno spirito sinergico e collaborativo che testimonia la crescente capacità del museo di svolgere il ruolo di attrattore culturale, anche offrendo una ribalta ad altri soggetti con i quali è possibile lavorare per il raggiungimento di comuni obbiettivi. È in questo quadro che, utilizzando lo strumento dell’Art Bonus, si è potuto avviare il progetto “Il divin pittore e la sua Scuola”, attraverso cui i mecenati di Confindustria Umbria hanno sostenuto il restauro di opere del Perugino e di altri artisti della sua cerchia. Questi interventi saranno oggetto nel 2020 di uno specifico evento espositivo volto a valorizzare con la presentazione al pubblico e la produzione di nuovi studi e relazioni di restauro, il concreto beneficio che l’intervento dei privati può assicurare al patrimonio artistico delle comunità.

Anche le relazioni con altre istituzioni museali nazionali e internazionali hanno consentito di far conoscere la Galleria e il suo straordinario patrimonio in Italia e all’estero ed è in questo quadro che sono stati concessi i numerosi prestiti di opere del museo per consentirne lo studio attraverso confronti e approfondimenti.    

Inoltre è proseguito il lavoro di digitalizzazione relativo alle opere d’arte e all’Archivio dei restauri, implementando soprattutto i documenti dell’Archivio storico del museo grazie alle convenzioni sottoscritte con l’Archivio Moretti Caselli e con l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”, che consentono di riunire e di conseguenza potere approfondire gli studi storici relativi all’origine della collezione della Galleria.

Il primo appuntamento del 2020 è previsto il prossimo 7 marzo con la mostra dedicata a Taddeo di Bartolo, artista della fine del XV secolo del quale in Galleria Nazionale si conservano numerosi dipinti; fino al 7 giugno la mostra, curata da Gail Solberg, propone un excursus storico critico reso particolarmente interessante e attrattivo grazie alla eccezionale ricostruzione di alcuni monumentali polittici dell’artista, oggi frammentariamente esposti in vari musei del mondo.  

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