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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Fumo passivo, non basta il divieto negli uffici: l'esposizione domestica è ancora troppo alta

Secondo i dati forniti dai servizi di Epidemiologia delle aziende sanitarie Usl Umbria 1 e 2 i diritti dei non fumatori in Umbria sono rispettati all'86% nei luoghi pubblici e al 91% sul luogo di lavoro, ma solo il 76% delle case è 'libera'

Bastano la legge i divieti a far rispettare un diritto? Nel caso dei non fumatori (per fumo passivo si intende il fumo prodotto dai fumatori attivi e respirato da soggetti non fumatori che condividono gli stessi ambienti) la risposta è positiva per quanto riguarda i locali pubblici e i luoghi di lavoro, mentre c'è ancora da fare in tema di prevenzione per quanto riguarda invece la cosidetta 'esposizione domestica'. Quersto almeno è quanto si evince dagli ultimi dati della sorveglianza di popolazione PASSI (2015-18) forniti dai servizi di Epidemiologia delle aziende sanitarie Usl Umbria 1 e 2 proprio oggi (10 gennaio) nella giornata  nazionale per i diritti dei non fumatori, che hanno visto crescere la loto tutela Con l'entrata in vigore della legge 3/2003 “Tutela della salute dei non fumatori” (l’Italia è stata il primo grande Paese europeo a introdurre una normativa per regolamentare il fumo in tutti i luoghi chiusi pubblici). 

I NUMERI IN UMBRIA - In Umbria l’86% delle persone da 18 a 69 anni di età riferisce che il divieto di fumo è rispettato nei locali pubblici e il 91% che il divieto di fumo è rispettato sempre o quasi sempre sul luogo di lavoro. Le percentuali di percezione del rispetto del divieto sono inferiori rispetto al dato medio nazionale (rispettivamente 91% nei locali pubblici e 93% sul luogo di lavoro). L’importanza di rispettare il divieto e le limitazioni nei luoghi di lavoro e nei locali aperti al pubblico, tramite leggi e regolamenti, è fortemente raccomandata in quanto si è dimostrata capace di ridurre l’esposizione al fumo passivo ed il numero di sigarette fumate quotidianamente e di aumentare il numero di fumatori che smettono di fumare. Per contro, l’esposizione al fumo passivo in ambito domestico è ancora rilevante: il 73% degli intervistati dichiara che nella propria abitazione è rispettato il divieto di fumo; un’abitudine mantenuta anche fra coloro che vivono in case in cui sono presenti minori di 15 anni, dove solo il 79% dichiara di rispettare il divieto di fumo. Anche in questo caso l’Umbria, mostra percentuali più basse di case “libere da fumo” rispetto alla media italiana (83%). 

TREND POSITIVO - L’andamento nel tempo del rispetto del divieto in Umbria va, comunque, verso il miglioramento sperato. Il sistema di sorveglianza di popolazione PASSI (2015-18) è attivo dal 2008 ed è quindi possibile verificare l’andamento dei fenomeni in oltre un decennio.  Per quanto riguarda sia la percezione del rispetto del divieto di fumare in luoghi pubblici che per il fumo in ambiente domestico, in Umbria, come in Italia, si assiste ad un andamento favorevole con un miglioramento di circa 10 punti percentuali.  È presumibilmente l’effetto di un passaggio culturale che, a partire dalla legge sul divieto nei luoghi pubblici, conduce attraverso una maggiore consapevolezza dei danni del fumo passivo all’astensione dal fumo negli ambienti di vita pubblici e privati.

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