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Quella fontana della Pallotta, già brutta di suo, è a pezzi e assolutamente inguardabile

Da qualche anno è “spenta” e negletta. Diversi gli incidenti, con auto che hanno sfondato il muretto di cinta

Quella fontana della Pallotta, già brutta di suo, è a pezzi e assolutamente inguardabile. Da qualche anno è “spenta” e negletta. Di certo la sua funzione è quella di fungere da centro di una rotatoria sbilenca, ma il suo aspetto attuale è proprio orribile.

Per giunta, un incidente di qualche mese fa ne ha demolita la parte che guarda verso Fontivegge. È tutta la zona ad avere bisogno di un organico piano di recupero.

Scomparsa la storica sede della Fiat, è stato un progressivo degrado. Anche l’esperimento segreterie universitarie si rivelò un colossale flop. Eppure c’è uno spazio significativo che andrebbe recuperato a funzioni dignitose.

La fontana della Pallotta è ormai divenuta il simbolo di quell’inarrestabile degrado. Che stona ancora di più, se si considera il contesto: Agraria, Veterinaria, San Costanzo e tutto quanto fa storia che si richiama a dignità cittadina.

Quei mattoni rotti sono un’efficace metafora di un abbandono totale. Si dice che ci siano da attendere perizie e controperizie delle assicurazioni per il risarcimento dei danni. Eppure un perito può tranquillamente scattare foto dei danni e redigere la propria valutazione. Da confrontare con la parte pubblica. Ma, in questo caso, sembra che manchi la voglia e non si riesca a cagliare.

Nella circostanza, dovendo mettere mano, sarebbe opportuno apportare qualche modifica al rozzo manufatto, inserendo magari al centro una scultura o comunque rendendo meno brutto quel bene pubblico.

Colgo l’occasione per una spigolatura toponomastica, suggerita dal lettore Antonio Campanile, relativa al nome Pallotta. Si riferisce una storia popolare che richiama il gioco delle bocce nel pallaio, un tempo posizionato in cima all' incrocio. Si dice che, durante una partita, il pallino colpito da una boccia, schizzando via, andasse a colpire l’immagine di una Madonna posta in un Tabernacolo. La tela fu segnata, ma non strappata. Il fatto fu letto in chiave di elemento simbolico di eccezionalità, tanto da dar luogo al nome “Madonna della Pallotta”.

Ecco: per accelerare quelle lentezze, e togliere di mezzo quel cumulo di macerie, ci vorrebbe proprio un miracolo di quella sacra icona.

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