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Perugia invasa da appestati e monatti.... non è un incubo ma le riprese del film “Benedetta”, di Paul Verhoeven

Piazza IV Novembre, fino a via delle Volte, è tutto un lazzaretto

Perugia invasa da appestati e monatti: non è un incubo, ma la lavorazione in corso del film “Benedetta”, di Paul Verhoeven. Si raccolgono i frutti dell’intensa giornata di ieri che ha visto affannarsi per strade e piazze i tecnici scenografi della troupe della grande produzione.

Piazza IV Novembre, fino a via delle Volte, è tutto un lazzaretto. La gente dietro le transenne a immortalare, con telefonini e macchine digitali, quei manichini dal pallore cadaverico, così verosimili da apparire umani. Ai piedi della cattedrale un carro, trainato da un cavallo nero. E tante comparse in abiti d’epoca. Le coperture delle porte sono spesso sbarrate da una grande X, a indicare le dimore degli appestati dalle quali è d’obbligo tenersi alla larga, persino per i predoni. 

Perugia, le riprese di Benedetta: centro invaso da appestati e monatti

Mucchi di legna fumanti per bruciare i corpi. Sotto gli arconi di controspinta delle Volte, nei pressi della Fontana di Angelini, corpi buttati lì come stracci. Come anche nel passetto del Monmaggiore, e vicino a Niba. Sparpagliati, accanto ai manichini, dei rudimentali feretri con assi inchiodate. Un disastro biblico. A rendere verosimile le figure di appestati-manichini, attori in care e ossa, in posizioni fetali, fra rantoli e spasimi estremi.

Il carro dei monatti deve risalire dalle Volte per raggiungere piazza Grande. Ce lo conferma l’amico Daniele Corvi, vicino alla produzione ed elemento propulsore di questo incontro fra il regista olandese e Perugia, sempre più set cinematografico naturale. Tutto questo – si dice – per un montato di poco superiore ai due minuti. Con una spesa di mezzo milione al dì (vox populi). Quella peste (fiorentina) evoca il fenomeno che avvenne anche nella nostra Vetusta, quando i perugini, abbandonando i tradizionali patroni (Ercolano, Costanzo, Lorenzo), elessero defensor contra pestem, la “morte nera”, non San Rocco, San Sebastiano, S. Antonio abate o San Cristoforo, ma San Fiorenzo, con la sua bella chiesa in fondo a via Alessi. Siamo a Perugia e, per fortuna, la peste è solo simulata. È il cinema, bellezza.

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