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INVIATO CITTADINO Festa di Sant’Antonio abate in anticipo: tutte le iniziative

Festa di Sant’Antonio abate, in anticipo sulla data (17 gennaio), ma ricca d’iniziative per tutto il giorno

Festa di Sant’Antonio abate, in anticipo sulla data (17 gennaio), ma ricca d’iniziative per tutto il giorno. Fin dalla mattinata, il borgo è disseminato di stand con prodotti naturali. A far capo dall’area sotto l’Arco dei Tei dove si propone un’esaustiva esposizione-vendita di cavolo di tutti i generi: all’insegna del detto “che cavolo vuoi?”.

Poi, a salire, anche oggetti di piccolo artigianato e tanto cibo di strada, a partire dalle spremute di arance siciliane col succo che sgorga all’istante dagli estrattori.

Una lunga teoria di stazzi per animali, anche esotici, per non parlare dei quadrupedi e dei pennuti. Ci sono asini, lama, cani, quaglie, galline. Pennuti concentrati nella piazza del Porcellino dove una cornice consente di posizionarsi per un selfie di fronte al rocchio di colonna romana, sovrastata da ciò che resta della scultura di un maiale, animale sacro al santo protettore.

Don Mario Stefanoni, durante l’omelia nella chiesa del Santo, decorata da Dottori, spiega donde provenga la protezione: il maiale, simbolo del demonio, e l’abitudine dei frati antoniani tedeschi di allevare bestie da donare agli ospedali per l’alimentazione e la cura degli infermi.

Invece, al civico 41, una mostra di cimeli antoniani dell’antropologo Giancarlo Baronti, offre in bella vista libri a tema, in tutte le lingue, e quadretti ex voto per grazia ricevuta da parte di malati del “fuoco di Santantonio” (herpes zoster) noto per produrre dolori ustori finché non si strusciavano sulle piaghe le cotiche del suino a proteggere col velo di grasso le parti sofferenti.

Don Mario benedice il dolcepane antoniano che il diligente Sandrino Vitali offre all’uscita della chiesa per finanziare le casse dell’Associazione della Pesa.

Nel pomeriggio, presentazione di progetti ecologisti (le api sotto viale S. Antonio), street band, e Banda di Pila, visite alla mostra pinocchiesca al Sansalù, Mirco Bonucci che canta e suona la chitarra, messa (alle 16 col vescovo ausiliare don Marco Salvi), processione, pesca benefica, benedizione degli animali… e dei loro accompagnatori. Alla messa delle 9:30, due soli cani attendevano la spruzzata di acqua santa con lo “spàrguolo”, come si definisce l’aspersorio in perugino. Don Mario li ha benedetti, sebbene con poca convinzione. Don Luciano Tinarelli, ex parroco di Monteluce, era solito dire che si trattava di “acquasanta sprecata” perché la coscienza da lavare è quella delle persone, più che quella delle umili bestie.

Momenti mangerecci inspirati alla tradizione siciliana (omaggio al nuovo ristorante “Dal picciotto” al civico 37), ma anche cena perugina, alle 20:00, dentro il restaurato Oratorio di Sant’Antonio abate.

Come si dice, “finita la festa, gabbato lo santo”. Ma non vale per gli ex “freghi” della Pesa che sono al lavoro per tutto l’anno per ricondurre il quartiere a piena vivibilità. E ci stanno riuscendo. 

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