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IN RICORDO DEL CAMPIONE "Quella volta che intervistai Felice Gimondi a Ponte San Giovanni..."

Gino Goti e il suo ricordo di Felice Gimondi a Ponte San Giovanni.
Gino, quale ricordo intendi proporre ai nostri lettori? “Dirigevo il periodico “Il Castellaccio”, era il 1963”.

Cosa accadde? “La rivista dedicava ampio spazio al Gran Premio Mignini di ciclismo, in programma sulle strade umbre, con arrivo a Ponte San Giovanni, proprio il 25 di agosto, gara organizzata dal C.S.I. Mignini e dall’A.S. Ponte Vecchio”.

Quali i momenti salienti della corsa? “Era la seconda prova del campionato italiano dilettanti su un percorso di 192 chilometri, con la salita di Casaglia (sterrata) da ripetersi due volte, proprio negli ultimi tratti di corsa”.

Com’è che incontrasti Gimondi? “Insieme ai miei redattori, Severo Ceppitelli, Alfonso Baglioni, Fausto Bastianelli, avvicinammo i protagonisti nei locali dell’Hotel Giardino dove erano alloggiati la maggior parte dei corridori”.

Quali i personaggi eminenti? “C’era il fior fiore del dilettantismo nazionale: Vicentini, campione del mondo a Renaix in Francia, Dancelli, Mugnaini, Nencioli, Stefanoni, Grassi, Albonetti, Campagnari, Felice Gimondi”.

Tra gli umbri? “Dei nostri, il ponteggiano Comodi, Porti e Meschini: tutti dello squadrone Mignini-Ponte. Unanime il giudizio che sarebbero state le due ascese finali a Casaglia a determinare l’esito della corsa”.

Ne parlasti con Gimondi? “Anche Felice Gimondi era di questo avviso, sostenendo che avrebbero fatto selezione la salita e il fondo stradale sterrato e sconnesso, avanzando ipotesi anche sui rapporti con cui affrontare il dislivello: 46/24-46/25”.

Fu per te un’intervista importante? “Era la mia e la nostra prima intervista a personaggi che avrebbero avuto un futuro nel ciclismo. Più volte, nelle mie regie televisive, incontrai molti anni dopo Felice e lui rammentava ancora quel Gran Premio e quella aspra salita”.

Come lo ricordi? Un corridore serio, un uomo burbero ma simpatico, attento a tutto e soddisfatto di avere incontrato il “cannibale” (perché vinceva tutto) Eddy Merckx, durante la propria carriera luminosa”.

Hai un ricordo speciale? “Per la cronaca, il Gran Premio Mignini del 1963, 2.a prova di campionato italiano dilettanti, fu vinto dal toscano Lotti, come ricorda la memoria storica del ciclismo Paolo Chiavini che, proprio alla vigilia della corsa, curò insieme al padre Umberto (lo stagnino), le operazioni di “punzonatura” delle biciclette”.

Riflessione nostalgica: “Oggi la “punzonatura” non è più prevista. Chissà se a Felice Gimondi, all’entrata in paradiso, hanno punzonato la sua vecchia bicicletta?”.
 

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