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Ecco il patentino smartphone per evitare di esserne schiavi e vittime. L'abuso notturno il rischio maggiore

Il vice sindaco Tuteri ai giovani: “non dovete sentirvi inclusi grazie al telefonino ma alle capacità di relazionarvi con gli altri di cui siete dotati”

Non lasciare soli i ragazzi nella navigazione, renderli consapevoli delle possibilità e dei rischi. È questo l’intento portato avanti dal progetto “Un patentino per lo smartphone”, rivolto agli studenti delle scuole secondarie di primo grado, a cura dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Umbria in collaborazione con l’Equipe Formativa Territoriale. La sala dei Notari di Perugia si è riempita di studenti per il test conclusivo, di mercoledì 17 maggio, a seguito del percorso creato dai docenti per le scuole umbre e per 26 scuole della Liguria, della provincia di La Spezia. Al termine della giornata si è svolta la cerimonia di consegna dei patentini.

Durante l’incontro, in un confronto diretto con il vice sindaco Gianluca Tuteri, sono stati analizzati i dati emersi dalle domande poste ai ragazzi. Come spiega Tuteri: “il 50% dei ragazzi disattende una regola indicata da tutte le società scientifiche come necessaria da osservare, ossia quella del rispetto della durata e della qualità del sonno. La regola, in sostanza, stabilisce che servono 9 ore di riposo per i ragazzi in età compresa tra 6 e 12 anni perché il sonno rappresenta il sistema di ristoro del nostro cervello. Il mancato rispetto della regola determina difficoltà nella concentrazione e nel mettere in atto le nostre abilità sociali
cioè le nostre capacità di relazione e di sopportazione degli individui con cui interagiamo”.

Secondo i dati dell’istat il regalo più gettonato per i ragazzi della scuola secondaria di primo grado è il cellulare a tal proposito Tuteri aggiunge: "Noi genitori regaliamo ai nostri figli uno strumento di cui non hanno minimamente consapevolezza: nè dell’importanza che riveste né dei pericoli ad esso connessi come cyberbullismo, disinformazione e soprattutto ciò che la vita virtuale toglie alla vita analogica, ossia il fare le cose, come leggere, ascoltare la musica, fare esercizio fisico, intessere relazioni. Ingenerando tra l’altro l’obesità, la solitudine sociale anche dentro la famiglia”.  Per concludere l’invito di Tuteri ai giovani: “non dovete sentirvi inclusi grazie al telefonino ma alle capacità di relazionarvi con gli altri di cui siete dotati”.

Il filosofo Luciano Floridi spiega bene la nuova era che stiamo vivendo, in particolare le nuove generazioni: “non esiste più differenza tra online e offline, ma c’è solo una onlife, solo la consapevolezza può tutelare i giovani in ogni azione e situazione”, che gli organizzatori del progetto hanno sentito la necessità: “di formare i ragazzi a spirito critico e responsabilità”. Nell’intento di proseguire con il lavoro fatto finora, il programma continuerà ad ampliarsi e ripartirà da settembre con il titolo “Un patentino per cittadini digitali”. Sarà rivolto a tutte le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado che vorranno aderire.

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