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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Italo "il custode" si lamenta: lo perseguitano e distruggono il suo lavoro sulla piaggia di San Fortunato

Italo non ne può più: “Mi perseguitano, facendomi dispetti e distruggendo il mio lavoro”. L’anziano tuderte, perugino d’adozione, ha scelto di curare la piaggia di San Fortunato

Italo non ne può più: “Mi perseguitano, facendomi dispetti e distruggendo il mio lavoro”. L’anziano tuderte, perugino d’adozione, ha scelto di curare la piaggia di San Fortunato, ossia il discesone che da via Bartolo sbocca a fianco della Fonte Tezia, zona Arco Etrusco.

Era desolata, arida, sporca. Italo, con lavoro gratuito e volontario, l’ha ripulita, vi ha piantato un po’ di tutto, la tiene come un felice incrocio fra orto e giardino. Il Comune – anziché fargli trasportare secchi d’acqua – gli ha messo una presa d’acqua con cui irrora quelle piante che crescono rigogliose. E Italo tiene a posto, con impegno e decoro.

Da qualche tempo, qualcuno ha preso a fargli dispetti: gli tirano sulle piante varichina e secchi di orina. Col risultato di seccarle e costringerlo a ripiantarne di nuove. C’è, addirittura, chi lancia su quella striscia di terra immondezze di ogni genere, tanto per fargli dispetto.

Si prendeva cura dell’aiuoletta a fianco della Chiesa di San Fortunato e vi aveva messo a dimora fiori e piantine. “Sono stato malato – dice – e per qualche giorno non sono potuto uscire. Così me le hanno rovinate”. Apre l’irrigazione e commenta: “Guarda, fa l’arcobaleno!”. Un uomo con il cuore di un bambino. Poi ti regala un pomodorino. “Piglialo – dice – è buono!”. Brav’uomo, Italo, eppure c’è chi si diverte a torturarlo.

Perugia, evidentemente, non è più quella di una volta. Un tempo si portava rispetto agli anziani, agli invalidi, alle persone fragili e indifese. Italo è tutto questo. Non è giusto, né morale, prendersela con una persona che non è in grado di difendersi. Non è cosa da perugini.

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