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Corriere dell'Umbria, il direttore Bechis saluta e arriva la grande firma del Fatto Quotidiano

Il direttore Bechis ha salutato ufficialmente con un editoriale che esalta la tenacia degli umbri e dei terremotati. Da domani il giornale firmato dal perugino Vecchi: sarà un giornale d'assalto, di inchiesta

Grandi firme, grandi cronisti d'assalto senza paura e soprattutto poco amanti ai compromessi e al politichese. La linea editorale al Gruppo Corriere - edita Umbria, Siena, Viterbo, Rieti e Arezzo - non cambia dopo l'addio ufficiale, con tanto di editoriale di saluto, del direttore Franco Bechis, firma nazionale e ora alla guida de lo storico quotidiano romano Il Tempo. Bechis in quasi un anno ha fatto le pulci sulla ricostruzione, sull'inquinamento, sull'incredibile cambiamento politico della nostra regione - con la forte ascesa di Lega e il crollo dell'ex partitone rosso - e sparando a zero sulle gestioni e i futuri congressi del Partito Democratico.

Molta politica, un po' meno cronaca nera. Titoli sparati e spazio anche alle notizie nazionali ma solo quelle che servivano a capire i mutamenti del locale. Un direttore, Bechis, amato o odiato. Memorabile lo scontro con l'ex sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo. Sono volate parole come fascista e trombato e tanto altro ancora. Odiato o amato: con Bechis le mezze misure non ci sono mai. Ma di sicuro ha vissuto l'Umbria, stando sul posto, andando in prima persona ad indagare, con la sua macchina fotografica e taccuino. Con la curiosità di un cronista di altri tempi.

Nel suo editorale ha voluto dire grazie all'Umbria vera, profonda, quella spesso dimenticata dai politici: chi porta avanti le tradizioni, chi vive nelle piccole comunità, chi tutti i giorni salva e regala al mondo il made in Italy: "Grazie alle donne-pastore della Valnerina che ho conosciuto questa estate per il sudore, la fatica e la passione con cui hanno preservato quelle montagne offrendo frutti rari come i formaggi che producono. Grazie ai contadini, agli allevatori, agli agricoltori che hanno protetto terre così prezione regalando al mondo i sapori e i profumi del cuore Verde d'Italia. Grazie alla gente di Norcia e Amatrice di tutti i comuni devastati dal sisma per la pazienza dimostrata (....) e per la scelta coraggiosa di non disertare quei luoghi, rimboccandosi le maniche". 

Al suo posto arriva un altro direttore che a livello nazionale è considerato un vero e proprio mastino: Davide Vecchi, perugino di 43 anni, esperto nello scovare  notizie scottanti di cronaca giudiziaria. Un castigatore di furbetti e potenti. Una delle prime firme del Fatto Quotidiano. Il suo curriculum parla chiaro: "Nel 2010 approda al Fatto Quotidiano, dove si occupa di cronaca giudiziaria, seguendo tutte le principali inchieste: il caso Ruby, MPS, lo scandalo Mose, Mafia Capitale, Banca Etruria e Consip pubblicando, in esclusiva, il verbale di interrogatorio del ministro Luca Lotti, indagato".

E ancora: "Tra aprile e maggio 2016 ha rivelato l'intenzione di Matteo Renzi di nominare il suo fidato amico Marco Carrai a capo della Cyber security. Con un'inchiesta pubblicata in tre puntate Vecchi e Massari hanno prima ricostruito la rete di società estere di Carrai e quindi i suoi possibili conflitti di interesse, poi il 19 settembre 2016 il legame con uomini legati al Mossad e Israele come Michael Ledeen riportando un'inchiesta svolta dalla Cia sulla sua figura, infine lo stop all'incarico chiesto dall'intelligence statunitense al governo italiano".

Il gruppo Corriere dunque con Vecchi non ritornerà al passato, ma resterà un giornale locale di inchiesta, a volte scomodo, altre politicamente non corretto, ma sicuramente destinato ad aprire dibattiti sul futuro e sulla difesa del'Umbria e del Centro Italia. Benvenuto direttore Vecchi.

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