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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Coronavirus, lettera della Caritas perugina ai volontari: "È l'ora di tornare alla normalità"

Il direttore Pecetti: "I poveri non si sono potuti ritirare in quarantena e i volontari, per amore, hanno offerto il proprio servizio durante la crisi. Adesso si torna alla vita di comunità"

"I poveri non si sono potuti ritirare in quarantena e i volontari, per amore, hanno offerto il proprio servizio per tutta la fase più critica dell’emergenza sanitaria e ora, con tutte le cautele del caso, è il momento di tornare alla nostra normale quotidianità". Un invito dunque più che un bilancio delle lunghe settimane segnate dall'emergenza coronavirus quello che viene fatto attraverso una letteradal diacono Giancarlo Pecetti, direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve. 

Volontari all’opera nella “fase 1”. Vuole essere, soprattutto, un invito al ritorno alle varie attività comunitarie della 'giornata tipo' del volontario Caritas, con la ripresa, da lunedì 8 giugno (ore 8.30), presso il 'Villaggio della Carità' (sede della Caritas diocesana), in via Montemalbe 1 di Perugia (zona via Cortonese-Stazione), della preghiera delle Lodi di avvio giornata. Si tratta, precisa il diacono, di "dare forza e sapienza al nostro servire ben sapendo che solo così potremo essere testimoni dello stesso Amore che Cristo ha avuto per i poveri, gli ultimi della terra, e per coloro che ogni giorno frequentano la Caritas: nell’emporio, nel centro di ascolto, nelle case di accoglienza". In queste tre opere segno i volontari hanno continuato, e in alcuni momenti dell’emergenza anche intensificato, la loro opera accanto agli 'ultimi', perché, come scrive il direttore della Caritas, "i poveri non si sono potuti ritirare in quarantena e noi di contro, per Amore a loro, abbiamo offerto il nostro umile servizio per tutto il periodo molto critico che tutti abbiamo vissuto".

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Non è mancata la Provvidenza. "Sappiamo che molti di voi avrebbero voluto continuare a svolgere il proprio servizio nonostante il Covid-19 - prosegue Pecetti nella lettera ai volontari -, ma le circostanze glielo hanno impedito. Con il 3 di questo mese possiamo iniziare una lenta ripresa anche se con tutte le cautele del caso che noi comunque abbiamo sempre rispettato scrupolosamente. In questo tempo il Signore ci ha sostenuti e protetto, la Provvidenza non ci ha fatto mancare volontari giovani, donato prodotti e denaro e di questo Lo benediciamo perché abbiamo potuto sperimentare che 'il Signore è il mio Pastore non manco di nulla' (Salmo 23,1)".

Aumentate le chiamate di aiuto. "Non ci è stato possibile rimanere inerti di fronte alle numerose chiamate di aiuto di tanti nuovi disoccupati (aumentate del 35%, 150 famiglie in difficoltà in più rispetto allo stesso periodo del 2019, ndr). Sono persone - evidenzia il direttore della Caritas - che avevano bisogno di cibo, oltre a tutti coloro che tradizionalmente frequentano l’Emporio... Il futuro potrebbe ancora riservarci sorprese se il Governo non riuscirà a far ripartire l’economia e probabilmente dovremo pensare ad accantonare delle risorse di oggi per i momenti che ci aspettano anche se sappiamo con certezza che mai la Provvidenza ci abbandonerà".

Ritorno alla piccola comunità di preghiera. "In questo tempo passato una cosa ci è venuta a mancare - conclude Pecetti -: la preghiera comunitaria delle Lodi la mattina in Caritas, un momento per pregare insieme gli uni per gli altri, mettendo in comune le nostre necessità, pregare per tutti i volontari, quelli precari nella salute e quelli che ci hanno lasciato, ci è mancata insomma la piccola comunità Caritas che spinge tutto il nostro operare". Ma da lunedì prossimo questa 'piccola comunità Caritas', radunata nell’ascolto della Parola del Signore, ritornerà come prima.

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