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Coronavirus, il presidente Conte conferma: quarantena fino al 3 maggio

Il premier in conferenza stampa: "Non possiamo permetterci che la curva dei contagi cresca di nuovo". Poi graduale ripresa

"Lo sforzo fin qui fatto non venga vanificato". Prima delle questioni economiche al centro dell'Eurogruppo, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, affronta la questione quarantena. Si resterà "chiusi" fino al 3 maggio, includendo nel lockdown i "pericolosi" giorni di festa del 25 aprile e del primo maggio, oltre la Pasqua. 

VIDEO Coronavirus, nuova conferenza stampa di Conte: "Tutto chiuso fino al 3 maggio, dobbiamo fare questo ulteriore sforzo"

"Un ulteriore sforzo perché - dice Conte - non possiamo permetterci che la curva del contagio ritorno a salire". Ma il Governo prevede graduali riaperture. Tra le attività autorizzate, quelle legate alla selvicoltura. E, potrebbero ripartire il commercio di carta, cartone e articoli di cartoleria, le librerie e i negozi di vestiti per bambini e neonati, ovviamente nel caso in cui le attività commerciali possano garantire le necessarie misure di sicurezza.

"Proroghiamo le misure restrittive fino al 3 maggio, una decisione difficile ma necessaria di cui mi assumo tutte le responsabilità politiche. L'auspicio è che dopo il 3 maggio si possa ripartire con cautela e gradualità, ma ripartire: dipenderà dai nostri sforzi. Se cediamo adesso c'è il rischio di ripartire daccapo. E' necessario tenere alta attenzione anche a Pasqua". Una scadenza quella individuata che, ha detto il premier, potrà essere anticipata se le condizioni lo rendessero possibile. 

"Il lavoro per la fase 2 è già partito, non possiamo aspettare che il virus sparisca dal nostro territorio. Servirà un programma articolato e organico su due pilastri: un gruppo di lavoro di esperti e il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro". Il team di esperti, presieduto da Vittorio Colao, avrà il compito di valutare i percorsi "razionali della nostra vita e di convivenza con il virus":

"Ci affidiamo a esperti - ha precisato - ma prendendoci la responsabilità politica delle scelte". Quello che appare chiaro, ha sottolineato Conte, è che sarà necessario rivedere e riorganizzare sia le modalità di lavoro che quelle di socialità: "E' un momento difficile, di sofferenza, ma abbiamo le potenzialità per riorganizzarci al meglio".

E sul fronte economico, in attesa di definire in Europa il quadro, annuncia un prossimo decreto per aprile che si aggiungerà alle disposizioni già prese. E sulle decisioni dell'Eurogruppo precisa che l'obiettivo dell'Italia continua a essere gli eurobond: "La lotta per gli eurobond, la farò al Consiglio dell'Ue. Non firmerò nulla senza strumenti adeguati alla sfida al coronavirus". 

"La proposta europea la valuto nel suo complesso nel Consiglio europeo: lottiamo per gli Eurobond - ha aggiunto ancora - La risposta comune o è ambiziosa o non è, non abbiamo alternative. Non firmerò sino a quando non avrò un ventaglio di strumenti adeguato alla sfida che stiamo vivendo, che non riguarda l'Europa e tutti gli Stati membri. Sono convinto che con la nostra tenacia e la forza della ragione riusciremo a convincere tutti".
"Le proposte dell'Eurogruppo sono un primo passo verso una risposta europea: Gualtieri ieri ha fatto un gran lavoro - ha sottolineato nella seconda fase della sua conferenza stampa -. Ma è un primo passo che l'Italia, e su questo siamo pienamente d'accordo con Gualtieri, giudica ancora insufficiente".

E poi l'ormani "famoso" Mes: "Il Mes esiste dal 2012, non è stato istituito ieri o attivato la scorsa notte come falsamente e irresponsabilmente è stato dichiarato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Questo governo non lavora col favore delle tenebre: guarda in faccia gli italiani e parla con chiarezza".

Ripartenza è la parola d'ordine anche sul tavolo della Ue: "Non abbiamo ancora una regolamentazione concreta, parliamo di affermazioni di principio. Dobbiamo ancora lavorare in questa direzione, ma per la prima volta lo abbiamo messo nero su bianco e gli altri Paesi hanno dovuto convenire sulla necessità di lavorare adesso per questo strumento, perché sia immediatamente applicabile. Abbiamo bisogno di voi, di tutti i cittadini italiani. Le falsità, le menzogne ci fanno male, perché ci indeboliscono nella trattativa".

 

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