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Martedì, 30 Aprile 2024
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Perugia non dimentica Fabrizio Quattrocchi: la città rende omaggio alla guardia di sicurezza privata uccisa in Iraq

Cerimonia di inaugurazione dell’intitolazione della rotatoria, situata all’intersezione tra via Trattati di Roma, via Verdi, via Ponchielli e strada Lacugnano-Ellera in località Olmo

La città non dimentica e rende onore a Fabrizio Quattrocchi, guardia di sicurezza privata, uccisa in Iraq nel 2004 e medaglia al valor civile alla memoria, conferitagli dall’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi perché “Vittima di un brutale atto terroristico rivolto contro l'Italia, con eccezionale coraggio ed esemplare amor di Patria, affrontava la barbara esecuzione, tenendo alto il prestigio e l'onore del suo Paese”. Cerimonia di inaugurazione dell’intitolazione della rotatoria, situata all’intersezione tra via Trattati di Roma, via Verdi, via Ponchielli e strada Lacugnano-Ellera in località Olmo. Presenti l’assessore ai servizi civici Edi Cicchi ed i consiglieri del gruppo Lega Roberta Ricci, Lorenzo Mattioni e Luca Valigi.

Fabrizio Quattrocchi, scrive il Comune di Perugia, "era nato a Catania il 9 maggio del 1968, ma aveva vissuto fin da giovanissimo a Genova. Dopo il servizio militare e dopo aver lavorato nell’attività di famiglia, Quattrocchi, esperto in arti marziali e paracadutismo, si era specializzato nella professione di addetto alla sicurezza. In tale veste si era recato in Iraq nel novembre del 2003 operando con la società “Presidium Corporation”. Fu rapito a Baghdad il 13 aprile 2004 insieme ai colleghi, successivamente liberati, Cuperino, Agliana e Stefio, da componenti delle “falangi verdi di Maometto”. Venne ucciso il 14 aprile del 2004 con due colpi d’arma da fuoco; prima dell’esecuzione, pur se legato ed incappucciato, tentando di togliersi la benda pronunciò la celebre frase: “adesso vi faccio vedere come muore un italiano”".

“Proprio oggi – ha ricordato Roberta Ricci, tra i promotori dell’iniziativa – ricorrono esattamente 18 anni dal giorno in cui Fabrizio Quattrocchi venne giustiziato da un gruppo di terroristi in Iraq, solo perché italiano e cristiano. Ancora oggi, a distanza di tempo, ricordiamo il suo gesto coraggioso: pur se in punto di morte, infatti, preferì a facili parole d’odio, esprimere parole di amore per la sua patria, l’Italia. Quella fu la dimostrazione di un forte senso di appartenenza; sentimento di cui, oggi più che mai, c’è bisogno viste le difficoltà e la crisi ingenerate dalla pandemia e dal conflitto in Ucraina”.

L’assessore Edi Cicchi, anche nella sua qualità di presidente della commissione toponomastica organo che ha accolto la proposta di intitolazione, ha spiegato che, "purtroppo, ancora oggi il mondo e l’Europa vivono uno stato di guerra. Per questo il compito di tutti è di valorizzare il concetto della pace, lavorando per affermarla sopra ogni cosa. In tempi tanto difficili è necessario ricominciare a vivere con gentilezza, perché dalla gentilezza si ingenera la pace e si è in grado di sostenere le persone più fragili, ossia quelle che hanno più bisogno di aiuto".

Il secondo pensiero dell’assessore è stato rivolto al mondo dei cristiani. "Occorre agire per promuovere il dialogo tra culture; non possiamo, immaginare, infatti, che esistano religioni che combattano altre religioni, perché quelle sono solamente delle degenerazioni e forme di terrorismo".

L’assessore ha infine evidenziato che "l’inaugurazione della rotatoria a Quattrocchi vuole rappresentare un contributo in questo percorso di pace e dialogo; un gesto duraturo per consentire alle future generazioni di conoscere la storia di Quattrocchi ed il suo gesto d’amore per l’Italia".

Il capogruppo della Lega Lorenzo Mattioni ha tenuto a sottolineare che il coraggio dimostrato da Quattrocchi in punto di morte deve far superare le perplessità che alcuni hanno dimostrato nei confronti della sua figura. "Al momento di morire, generalmente, l’ultimo pensiero viene dal cuore. Il fatto che Fabrizio Quattrocchi abbia scelto di dedicare il suo ultimo pensiero all’Italia rappresenta un messaggio di purezza che non si può non cogliere".

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