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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Rinascere grazie al lavoro, riprendono i corsi di formazione per detenuti: cucina, pulizie e agricoltura

Il progetto Argo è gestito da Frontiera Lavoro, Cesar e Cnos Fap e impiega 72 detenuti del carcere di Capanne

Gel igienizzante, mascherina, guanti e distanziamento, riprendono seguendo semplici regole di comportamento, ma con lo stesso entusiasmo i corsi del progetto "Argo: percorsi formativi per il reinserimento dei detenuti", finanziato dalla Regione Umbria tramite finanziamento del Fondo Sociale Europeo, e gestito da Frontiera Lavoro, Cesar e Cnos Fap, con 15 detenuti della sezione maschile inseriti nel corso per "Addetto alla cucina", il primo a ripartire dopo la sosta lo scorso marzo per l’emergenza pandemica, previste 120 ore di didattica.

A seguire gli altri percorsi formativi per "Impiantista elettricista", "Addetto ai servizi di pulizia" e "Addetto alle colture vegetali ed arboree", in tutto 57 i partecipanti. "Per noi la formazione professionale ed il lavoro sono strumenti di riscatto. Quello che solitamente è un periodo di abbrutimento e degrado, per noi diventa l’occasione per cominciare una nuova vita" dice Marco, uno degli allievi.

Tornerà quest’anno, probabilmente all’inizio del mese di settembre, anche la cena di gala “Golose Evasioni”, questa volta all’aperto per rispettare le prescrizioni volte a contenere la diffusione del coronavirus, un’occasione imperdibile per saggiare le competenze acquisite dagli allievi che allestiranno un evento davvero unico supportati nella preparazione delle diverse portate dai loro docenti chef, i “Moschettieri del Gusto” Catia Ciofo, Antonella Pagoni, Paolo Staiano e Ada Stifani. “E’ una vera gioia riprendere le nostre lezioni in carcere - afferma la chef Catia Ciofo - E’ forse solo una goccia nell’oceano, ma comunque una boccata di ossigeno per i nostri allievi reclusi che nell’impegno quotidiano a lezione investono per ricostruirsi un futuro. Un’occasione per noi docenti che possiamo trasformare un luogo di chiusura ed esclusione quale è il carcere, in luogo di confronto”.

Corsi di formazione in carcere

Le diverse attività progettuali saranno condotte dal personale di Frontiera Lavoro secondo la metodologia che da venti anni contraddistingue il suo operato e che nel corso degli anni ha consentito l’inserimento al lavoro di ben 107 detenuti. La redazione di un progetto professionale è alla base di una metodologia che ha come presupposto fondamentale l’adesione attiva del beneficiario al percorso di educazione e orientamento al lavoro.

“Come dimostra l’esperienza che abbiamo maturato anche in altri contesti - sostiene Luca Verdolini, coordinatore del progetto - la rieducazione dei detenuti è efficiente sia per loro che per la società e la formazione professionale è la forma più adeguata per perseguirla. L’esperienza formativa, infatti, aumenta il grado di stima dei detenuti consentendo una riscoperta della loro dignità, permette il recupero dei legami familiari favorendo una rinnovata socialità e, infine, incide sulla recidiva, migliorando i comportamenti individuali e le abitudini sociali”.

Regole, responsabilizzazione, dignità, si scoprono così, in carcere. “Resto meravigliato - dice Gaetano - davanti ai piatti che riesco a realizzare. La bellezza aiuta a vivere, ridà speranza. E’ vero per tutti, perché non dovrebbe esserlo anche per noi?”.

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