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INVIATO CITTADINO Buxi, sale la protesta: "Faremo lo sciopero degli abbonamenti"

“Faremo lo sciopero degli abbonamenti”, dicono, esasperati, gli utenti delle linee buxi dell’Elce, drasticamente potate. Qualcuno propone anche di non pagare nemmeno il biglietto singolo. Provocazione? Non tanto

“Faremo lo sciopero degli abbonamenti”, dicono, esasperati, gli utenti delle linee buxi dell’Elce, drasticamente potate. Qualcuno propone anche di non pagare nemmeno il biglietto singolo. Provocazione? Non tanto. La rabbia è giunta a livelli stratosferici. Se la prendono con Busitalia, Acap, Regione, Comune, ritenuti solidalmente responsabili di scelte inopportune. Qualcuno le definisce con termini… irripetibili.

“Trent’anni fa – all’epoca dell’istituzione del servizio buxi – avevamo passaggi ogni 20 minuti. Poi due all’ora. Oggi uno all’ora e con un itinerario inutile”, dice uno storico utente di via Torelli. Che aggiunge: “Ci ridiano i soldi degli abbonamenti. Abbiamo pagato per un servizio inesistente”.

“Siamo ormai completamente isolati: gli studenti e i lavoratori della zona delle vie Torelli, Calindri, del Coppetta e adiacenze sono stati privati di un servizio indispensabile. Fanno giri panoramici, completamente privi di utenza, e tagliano le zone ad alta fruibilità”.

Ne è certo?

“Vadano a controllare l’annullo dei biglietti e ci mostrino la statistica. Si sbiglietta molto meno di prima”.

Faccia qualche esempio di inefficienza, chiediamo a un autista.

“Che senso ha percorrere due volte all’ora corso Garibaldi, arrivare allo Sperandio, fare via Fuori le Mura, Viale Pellini…? Non abbiamo mai visto salire nessuno”.

“Chi ha fatto queste scelte non conosce la struttura, le dinamiche, le esigenze della città”, rincalza uno degli ultimi utenti dello Z 20”.

E porta un esempio: “Che senso ha salire sul buxi in via Calindri e, dopo un quarto d’ora di giri, ritrovarsi alla rotatoria della Coop? Si faceva prima ad andare a piedi. Tutto questo per imboccare via Fabretti e salire in piazza Cavallotti. Oltre 20 minuti per un percorso da fare in 10”.

Quali le zone potate?

“Non si passa più per la Kennedy, dove si poteva prendere l’ascensore per salire all’acropoli. Non si va più alla Pesa. Non si arriva più a piazza Italia e Matteotti. Peraltro, anche le scale mobili del Pellini, bloccate per lavori, ci remano contro. Gli studenti che prima andavano a piazza Partigiani a prendere i pullman per il ritorno a casa, ora sono appiedati, coi loro pesanti trolley”.

Perché non fate una raccolta di firme?

“Sono esperimenti fasulli. Lo sanno anche i sassi che c’è gente che firma senza essere interessata”.

Un esempio?

“Dicono di aver ripristinato il servizio in corso Garibaldi per effetto delle 200 firme prodotte. Lo sanno tutti che sono fasulle, messe lì da gente che non ci abita: sta magari a Ponte San Giovanni. Vadano a vedere dove sono domiciliati i sottoscrittori”.

È sicuro di quanto afferma?

“Parlano i fatti. Lo dimostra la circostanza che in corso Garibaldi non sale nessuno, come allo Sperandio, agli Armeni e via dicendo”.

Conclusione?

“Stanno buttando soldi al vento, fanno servizi inutili creando disservizi e malumori”.

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