rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Attualità Assisi

L'emozionante omelia del vescovo Sorrentino: da Gesù Bambino ai piccoli in guerra, a quelli mai nati o ostaggio di famiglie distrutte

Chi ha avuto modo di ascoltarla dal vivo la sera di Natale, dal fedele più colto a quello meno, è rimasto colpito, emozionato e fortemente coinvolto come non mai. L'omelia del Vescovo di Assisi, Foligno, Gualdo, Domenico Sorrentino, il giorno di Natale è diventata virale tra i fedeli e non solo; con tanto di caccia alla versione integrale che puntualmente almeno ai giornali è stata fornita nel pomeriggio del 25 dicembre. Un testo incentrato sulla nascita del Bambino Gesù, speranza-gioia-futuro, che via via nelle parole di Sorrentino va a contrastare quella natalità zero figlia non solo della precarietà economica ma anche, nei paesi più avanzati come anche l'Italia, di una volontà egoistica e anti-vita che sta facendo passare un messaggio che dei bambini se può fare a meno. Nell'omelia la nascita del Bambino Gesù diventa anche il faro che illumina - il troppo spesso dimenticato - il dramma dei bambini che si trovano a vivere, a fare la fame e a morire nelle guerre dei grandi.

 Ma il vescovo Sorrentino, in nome del Bambino Gesù ancora una volta nato per noi, denuncia il dramma dei bambini che vivono una disgregazione della famiglia: le separazioni violente che spesso utilizzano i bambini per interessi di parte, ma anche il fenomeno della famiglia assente che lascia i propri figli in balia di messaggi su social e televisivi devianti e pericolosi. La conclusione dell'omelia del vescovo Sorrentino è semplice e affascinante: una vita felice è possibile mettendo i bambini al centro della famiglia e della società. Come dimostra la gioia, la speranza e la vittoria della luce sul buio che si ripete ogni 25 dicembre con la nascita del Bambino Gesù che rappresenta, usando le parole del vescovo Sorrentino, "la notizia definitiva, quella che dà una direzione al mondo e alla storia, quella che riempie di senso e di speranza la nostra vita. “Vi annuncio una grande gioia: oggi è nato il Salvatore”. Di seguito la selezione dei passaggi più forti e più apprezzati dell'omelia della notte di Natale. 

"Di fronte alla precarietà della nostra esistenza, nel quadro delle tante notizie che ci offrono scenari di violenza, di guerra, di morti, quella che oggi ci viene data è una notizia di vita. E non solo perché è nato un bambino. Sarebbe già solo questo tanto bello, in un mondo che, nei paesi economicamente più avanzati, non esclusa la nostra Italia, sta imparando, irresponsabilmente, a fare volentieri a meno dei bambini. Ma la nascita di Gesù ha qualcosa di definitivo, perché è la nuova presenza di Dio in mezzo a noi. D’ora in poi Dio non va più cercato solo nell’alto dei cieli, ma sulle nostre strade. Un Dio fatto carne, con i nostri lineamenti, in tutto simile a noi, salvo che nel peccato, venuto anzi a togliere i peccati.

"Questa notizia, dice l'angelo, porterà grande gioia. Il Vangelo è gioia. Proviamo a metterlo a fuoco. In questi giorni ci diciamo tanto “buon Natale”. Va bene. Serve a recuperare un po' di buon umore. Ma non possiamo illuderci. Finito il momento di festa, ahimè, il grigiore tornerà, e non potrebbe essere diversamente se persino a Natale non si riesce a fare una tregua nelle sanguinose guerre combattute in Ucraina, in Terra Santa, in tante altre regioni del mondo. Quante persone, quanti bambini, stanno soffrendo in questo momento. Li ricordiamo con grande solidarietà.

"Quanta tristezza nelle nostre case, non solo quando ci sono problemi economici o di salute, ma anche quando manca l’armonia, quando cisi divide tra coniugi a danno dei bambini, quando permettiamo che i nostri ambienti di vita siano abitati, attraverso i mass media, da un enorme flusso di messaggi che raramente hanno a che fare con Cristo e i suoi valori. La tristezza avanza. Ma la soluzione c’è. In questa Assisi che ha nella letizia del Cantico di Frate Sole il suo emblema, ci è venuto in mente, certo su ispirazione dall’alto, di scegliere per noi, e di proporre alle migliaia di pellegrini che visitano la nostra città, un progetto, che abbiamo denominato “casa felice”, sintetizzando in quattro parole: fuori Satana, dentro Gesù. Il progetto è incardinato sulla (...) fraternità coltivata anche tra famiglie diverse, in modo che, trara casa e casa, si possa gettare una rete di amicizia, di fiducia reciproca, di amore vissuto. Un percorso nato da tempo, con il nome di “famiglie del Vangelo”, ma che oggi viene rilanciato come progetto di felicità per le case, per le persone, per la nostra vita quotidiana".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'emozionante omelia del vescovo Sorrentino: da Gesù Bambino ai piccoli in guerra, a quelli mai nati o ostaggio di famiglie distrutte

PerugiaToday è in caricamento